DOPO L'ASSEMBLEA NAZIONALE DI UNIRE LE LOTTE 150 LAVORATORI
DEL COMUNE DI VICENZA LASCIANO USB E ADERISCONO ALLA CUB
Venerdì 20 gennaio 2012 l'inaugurazione della nuova sede della Cub a Vicenza
L'area Unire le lotte non esiste più: il 4 dicembre in una partecipata assemblea gli attivisti sindacali dell'area hanno deciso di uscire da Usb e iniziare un processo di confluenza nella Cub. Nel sindacato Cub stiamo trovando sostegno, collaborazione e una reale democrazia sindacale: questo ci conferma ulteriormente nella giustezza della nostra scelta. C'è già stato un incontro di una delegazione della disciolta area con la segreteria nazionale della Cub e vari incontri sono stati fatti a livello locale. Sul sito della Cub è stato pubblicato questo comunicato: http://www.cub.it/article/?c=&id=7829 . Il processo di confluenza nella Cub prosegue con successo e ci auguriamo che tanti altri lavoratori e attivisti sindacali vorranno seguirci nella nostra scelta di sostenere e costruire la Cub. Riportiamo qui un'intervista a Maria Teresa Turetta e Patrizia Cammarata, Rsu del Comune di Vicenza, dove più di 150 lavoratori hanno deciso di aderire alla Cub.
Al Comune di Vicenza, Usb è – o meglio, era – il primo sindacato in Comune: 150 tesserati, più di Cgil, Cisl e Uil. Dopo l'assemblea nazionale del 4 dicembre, nella quale Unire le lotte ha deciso di uscire dal sindacato burocratico Usb e aderire al sindacato di base Cub, i 150 lavoratori del Comune hanno deciso di seguirci in questa scelta. Venerdì 20 gennaio sarà inaugurata, a partire dalle ore 11, la nuova sede della Cub a Vicenza, nella quale verrà anche aperto uno sportello del Coordinamento migranti di Vicenza. Parliamo del risultato straordinario di Vicenza, che è indubbiamente di buon auspicio, con Maria Teresa Turetta e Patrizia Cammarata, Rsu del Comune di Vicenza, dove oggi la Cub è il primo sindacato.
Intervista a Maria Teresa Turetta e Patrizia Cammarata:
Di solito quando si propone ai lavoratori di uscire da un sindacato ed entrare in un altro bisogna mettere in conto delle perdite. Invece il risultato di Vicenza è straordinario: praticamente tutti i lavoratori hanno deciso di seguirvi nella scelta di lasciare Usb ed entrare nella Cub. Come spiegate questo successo?
TERESA: i lavoratori si fidano di noi e di quello che facciamo. Sanno che lavoriamo per passione e gratuitamente, è per questo che ci hanno seguito in massa.
PATRIZIA: Teresa è una sindacalista con grandi qualità di intelligenza, coraggio e passione, conosce gli iscritti e i loro problemi ad uno ad uno. A questa considerazione aggiungo anche che in Comune di Vicenza abbiamo lavorato da anni in stretta collaborazione, condividendo ogni scelta, dal volantino, al comunicato, alla posizione da assumere al tavolo di trattativa, sia fra noi due, sia con l'altro nostro compagno Rsu, Ivo. Sono anni che interveniamo puntualmente facendo sentire la nostra posizione su tutto, interveniamo senza timori e pubblicamente, mettendo le nostre facce e i nostri nomi. Abbiamo attaccato sia la passata amministrazione a guida Forza Italia sia quella attuale a guida Pd, senza sconti o ambiguità e informando i lavoratori di ogni passo. Molti lavoratori e molte lavoratrici del Comune di Vicenza, nostri colleghi, hanno apprezzato questo fin dall'inizio, cioè da quando nel lontano 2001 non arrivavamo a 10 iscritti ed io ero la sola componente Rsu (su 18) del sindacalismo di base. Comunque non solo in Comune a Vicenza ma anche in alcuni Comuni della provincia ci sono iscritti Usb, anche Rsu, che sono passati con noi nella Cub, come del resto qualche lavoratore delle Cooperative e inoltre siamo in interlocuzione con alcuni operai metalmeccanici e lavoratori di altri comparti del pubblico impiego. Gli iscritti alla Cub scuola, invece, c'erano già e ora avranno anche loro una sede a Vicenza.
Quali sono le vostre prime impressioni in relazione a questo passaggio? Vi sembra che sia confermata la giustezza della scelta di uscire da Usb e entrare nella Cub?
TERESA: Sì, non era più possibile lavorare serenamente in Usb, la politica sindacale condotta dai vertici nazionali Usb era fuori dal contesto storico e sociale che stiamo vivendo. Ci hanno proposto scioperi divisi non solo dalla Fiom e dalla Cgil, ma anche da Cub e Cobas e questo ci ha creato tanti imbarazzi con i lavoratori che non capivano più perché Usb proponeva iniziative di lotta e cortei in date e luoghi diversi e non convergenti con le altre sigle sindacali. Poi c'è stata la grave questione di mancanza di democrazia negli organismi interni; il fatto che non tutti seguivano le regole per il versamento delle quote delle tessere dei lavoratori. Tornare alla Cub è stato come un rientro a casa dopo un viaggio sofferto e fallimentare durato fin troppo a lungo.
PATRIZIA: il grave fatto dell'espulsione di Fabiana Stefanoni, lavoratrice precaria della scuola, condita con le solite pesanti diffamazioni che nella storia hanno spesso coperto le vere ragioni delle espulsioni, mi ha fatto capire che non c'erano più margini per un lavoro sereno in Usb. Anche a livello locale la situazione era grave, soprattutto dopo che i responsabili della Federazione di Vicenza hanno coperto e collaborato con i dirigenti nazionali quando hanno annullato l'attivo regionale del Pubblico Impiego tenutosi a Mestre nel gennaio 2011, solo perché non hanno condiviso il voto democratico che era uscito da quell'attivo da loro stessi convocato. Non pensiamo che la Cub sia il sindacato perfetto ma pensiamo che, se vogliamo poter lavorare per la costruzione di un unico sindacato di base, è di nuovo nella Cub che dobbiamo ricollocarci. In Usb eravamo guardati con sospetto ed emarginati solo per la nostra posizione. Mi sembra che in Cub ci sia una maggiore considerazione per il lavoro di militanza svolto a titolo gratuito e non ci sia l'arroganza con la quale siamo stati trattati in Usb.
Avete deciso di condividere la sede e la costruzione della Cub con i lavoratori immigrati. Una scelta importante in un momento storico in cui i lavoratori immigrati subiscono gli attacchi più pesanti. Spiegateci le ragioni di questa decisione.
TERESA: il Coordinamento migranti federato Cub è una potenza in termini di numeri a Verona. A Vicenza manca un serio riferimento per i lavoratori migranti quindi è senz'altro un'opportunità partire assieme condividendo i servizi rivolti a tutti i lavoratori.
PATRIZIA: l'antirazzismo e l'unità internazionale dei lavoratori sono per me due concetti basilari e questi valori sono condivisi fra noi e con gli altri compagni con cui ci siamo impegnati a costruire/ricostruire la Cub a Vicenza. Inoltre il “Coordinamento Migranti di Vicenza”, appoggiato da quello di Verona, stava già compiendo i primi passi per l'apertura di uno sportello a Vicenza, proprio qualche settimana prima dell'assemblea nazionale di “Unire le lotte” di Rimini del 4 dicembre scorso, quando abbiamo deciso di uscire da Usb e confluire nella Cub. Alcuni compagni immigrati hanno partecipato all'assemblea e portato il loro contributo. E' stata una scelta naturale quella di unirci in un'unica sede e condividere il percorso: una situazione che è apprezzata dai lavoratori nostri iscritti e che, ne sono certa, ci renderà reciprocamente più forti.
Quali sono state le reazioni dei dirigenti di Usb?
PATRIZIA: la reazione dei dirigenti Usb alla nostra uscita è in linea, nei modi e nei contenuti, con il loro comportamento precedente che è stato uno dei motivi della nostra scelta di tornare alla Cub.
TERESA: sono le solite reazioni di tipo intimidatorio, da noi già riscontrate in passato e già messe in conto: volantini inviati nei posti di lavoro dove venivamo derise e colpite dal punto di vista personale; anche la Cub è stata presa di mira pesantemente. Abbiamo scelto di non rispondere alle provocazioni: è un atto di superiorità che alla fine paga in termini di consenso. A noi interessano i fatti e risponderemo con i fatti. Del resto in Comune di Vicenza ci siamo guadagnate una certa fama io e Patrizia: ci dicono tutti che è meglio averci come amiche che come nemiche! Usb sei avvisata!
Il governo Monti sta massacrando i lavoratori, compresi quelli del vostro settore, il Pubblico impiego. Usb, anziché alzare il livello dello scontro, ha addirittura sospeso e rimandato lo sciopero. Come spiegate questa improvvisa svolta moderata?
TERESA: non ci sono commenti sufficienti per noi delegati che tutti i giorni ci mettiamo la faccia in quello che facciamo per i lavoratori: è stata molto imbarazzante, e forse determinante per la nostra uscita da Usb, questa scelta incomprensibile. Sono girati in web diversi appelli di attivisti Usb per chiedere ai vertici di aderire allo sciopero del 19 dicembre scorso, ma tutto è rimasto inascoltato. La contropartita per Usb però è arrivata in tempi rapidi; il 14 dicembre infatti è stato siglato l'accordo Aran che dà il via libera alle elezioni Rsu del pubblico impiego con i vecchi comparti; Usb ha avuto la certezza di non perdere le sue poltrone e i suoi permessi legati appunto alla maggiore rappresentatività nel pubblico impiego. E' anche così che si svendono i lavoratori!
PATRIZIA: sono d'accordo con Teresa. Quando un'organizzazione che dice di essere dalla parte dei lavoratori, della classe operaia, dei più deboli, ecc. antepone la possibilità di ottenere un incontro con qualche Ministro o Presidente, presentarsi ad una elezione rsu, pagarsi una sede, un distacco sindacale, i propri privilegi piccoli o grandi che siano alla lotta intransigente contro il padrone e il governo, allora quell'organizzazione vende i lavoratori e diventa, nei fatti, pagata dal padrone e dal governo.
Cosa dite ai tanti attivisti onesti di Usb che hanno sostenuto la campagna contro l'espulsione di Fabiana Stefanoni?
TERESA: uscite subito da Usb prima che si sfasci tutto; i vertici nazionali sono deleteri per la crescita di un sindacato sano, libero, democratico e di classe.
PATRIZIA: Aggiungo a quanto dice Teresa che noi desideriamo lavorare e appoggiare le lotte di tutti i lavoratori, siano essi della Cgil siano di Usb. Non è la base il nostro avversario ma sono i padroni e i burocrati sindacali che frenano le lotte e che si collocano al di sopra e, alle volte, contro i lavoratori che dicono di voler difendere. La nostra sede sindacale sarà aperta a tutti i lavoratori che desiderano unirsi a noi per una lotta comune: non è certo la base di Usb o della Cgil che contestiamo, anzi desideriamo l'unione del sindacalismo di base e di tutti i lavoratori.
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L'ASSEMBLEA NAZIONALE DI UNIRE LE LOTTE DECIDE L'USCITA DAL SINDACATO BUROCRATICO USB E LA CONFLUENZA NEL SINDACATO DI BASE CUB... ...E ORA AVANTI CON LA COSTRUZIONE DELL'OPPOSIZIONE DI CLASSE AL GOVERNO MONTI!
Resoconto di una partecipata giornata di discussione su come rilanciare la lotta di classe e la battaglia per il sindacato di classe
Era piena la sala che abbiamo prenotato a Rimini: la partecipazione all'assemblea nazionale di Unire le lotte – Area Classista Usb è stata superiore alle nostre aspettative, tanto che non erano sufficienti le sedie che avevamo predisposto e alcuni compagni hanno dovuto assistere in piedi alla discussione. Soprattutto, il dibattito è stato vivace e di alta qualità, con un confronto serrato sul documento presentato dal Coordinamento nazionale di Unire le lotte. Tanti i compagni di Usb da molte regioni d'Italia. C'erano compagni di Usb da Veneto, Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Campania, Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna. Sono intervenuti i delegati Rsu del Comune di Vicenza (dove Usb è il primo sindacato, con oltre 150 iscritti, rappresentati da due compagne di Unire le lotte) e di altri enti locali, delegati Rsu della Sanità, alcuni dirigenti locali di Usb, attivisti di Usb dei Vigili del Fuoco, della Scuola, degli altri settori del Pubblico impiego e del privato (tra cui operai del gruppo Marcegaglia). Oltre ai compagni e alle compagne di Unire le lotte, sono intervenuti, come invitati, alcuni portavoce di importanti realtà di lotta: dai rappresentanti di lotte operaie (Same di Bergamo, Pirelli di Milano, Comitato operai contro l'amianto di Latina, ecc) ai compagni del Comitato Immigrati in Italia e del Coordinamento migranti di Verona, fino agli studenti protagonisti delle lotte contro i tagli alla scuola pubblica. E' stata preziosa anche la partecipazione di compagni di altri sindacati: dai compagni della Cub (tra cui dirigenti della Scuola, dei Chimici, dei Metalmeccanici) ai compagni dell'Area Classista in Cgil e della Fiom. Molti anche i saluti arrivati da organizzazioni sindacali e studentesche di altri Paesi che già avevano sostenuto la campagna contro l'espulsione di Fabiana Stefanoni (sindacati della Colombia, del Brasile, del Paraguay, del Costarica, del Perù, dell'Inghilterra ecc.) tra cui il saluto della CPS-Conlutas, il più grande sindacato di base dell'America Latina: saluti importanti per chi pensa che la lotta sindacale debba essere una lotta internazionale. La relazione iniziale di Fabiana Stefanoni ha ripreso gli assi centrali del documento presentato alla discussione dal Coordinamento nazionale di Unire le Lotte. Il dibattito, che si è protratto per l'intera giornata con decine di interventi, è stato vivace e intenso. Alla fine, l'assemblea nazionale ha approvato il documento del Coordinamento nazionale (che illustra le ragioni della nostra scelta ed è leggibile qui sotto) e la proposta di avviare da subito un percorso di uscita dal sindacato burocratico Usb e di confluenza nel sindacato di base Cub. La decisone di uscire dal sindacato Usb e di entrare nel sindacato Cub è stata approvata a larghissima maggioranza (con sole due astensioni e due voti a favore di una proposta alternativa di rimandare la decisione di uscire da Usb). L'assemblea nazionale ha dato mandato al Coordinamento nazionale uscente dell'area classista Unire le lotte (in via di scioglimento) di avviare un percorso che faciliti la confluenza degli attivisti di Unire le lotte nel sindacato Cub, a partire da un incontro con la Segreteria nazionale della Cub. Nelle prossime settimane organizzeremo anche incontri con i compagni e le compagne, di Usb e di altri sindacati, che ci hanno sostenuti nella battaglia di questi mesi per proporre loro di condividere con noi questa scelta. Significativo il fatto che negli stessi giorni Usb decideva di revocare lo sciopero generale del 2 dicembre perché si sarebbe, a loro dire, “modificato il clima” dopo la nomina di Monti e gli italiani sarebbero immersi in una sorta di “luna di miele” nei confronti del nuovo governo ( sic! ): si veda l'intervista a Emidia Papi dell'Esecutivo Usb sul Manifesto del 3 dicembre. Alla fine, l'assemblea sindacale ha approvato degli ordini del giorno in solidarietà ad alcune delle lotte in corso: la lotta degli operai della Same di Treviglio, la lotta dei lavoratori dell'Esselunga di Pioltello, la battaglia dei No Tav, la resistenza degli operai della Fiat. Da subito, ci impegneremo a costruire in tutte le città dove siamo presenti il sindacato Cub, a partire dalla lotta contro il governo Monti e per respingere il massacro sociale che Confindustria, Marchionne e i banchieri stanno organizzando contro i lavoratori, i pensionati, i giovani. A breve su questo sito verranno pubblicati anche i saluti delle organizzazioni sindacali di altri Paesi, gli ordini del giorno votati dall'assemblea, alcune foto della giornata.
L'ASSEMBLEA NAZIONALE DI UNIRE LE LOTTE DECIDE L'USCITA DELL'AREA SINDACALE DA USB E AVVIA UN PERCORSO DI CONFLUENZA NELLA CONFEDERAZIONE CUB CONTINUEREMO LA BATTAGLIA PER IL SINDACATO DI CLASSE, PER L'UNITA' DEL SINDACALISMO DI BASE, PER LA DEMOCRAZIA SINDACALE
DOCUMENTO APPROVATO DALL'ASSEMBLEA NAZIONALE DI UNIRE LE LOTTE
Rimini, 7 dicembre 2011
La crisi del capitalismo e gli attacchi alla classe lavoratrice
La crisi in cui è sprofondato il sistema capitalista si traduce in attacchi pesantissimi alla classe lavoratrice, a partire dai suoi strati più oppressi e sfruttati: immigrati, donne, precari. E' la peggiore crisi economica dal 1929, che ha avuto inizio nel 2007 con lo scoppio della bolla speculativa nel mercato immobiliare degli Usa, fatto che ha messo in luce la fragilità del sistema bancario e finanziario statunitense e internazionale, innescando un crollo a catena delle economie di tutto il mondo. A differenza di quanto illustri economisti cercano di farci credere, la crisi non è una crisi solo finanziaria . Se è vero che la crescita economica degli anni precedenti si è fondata su uno sviluppo abnorme del settore finanziario – con la conseguente moltiplicazione di fenomeni speculativi – le ragioni di questa crisi sono strutturali . La base di ogni crisi economica, nel capitalismo, è quella che Marx chiamava la “caduta tendenziale del saggio di profitto”, cioè un fenomeno intrinsecamente connesso al sistema capitalistico, che si può aggravare in presenza di un'“ipertrofia del sistema finanziario mondiale”. La crescita abnorme del settore speculativo riflette la tendenza strutturale del capitalismo ad essere sempre meno produttivo e sempre più speculativo e parassitario.
La crisi del sistema fin da subito si è concretizzata nel crollo della produzione industriale, con il conseguente fenomeno dei licenziamenti di massa. Parallelamente, i governi hanno iniziato a lanciare megapacchetti di aiuti alle banche e ai mercati finanziari, per un valore economico pari al 40% del Pil mondiale! Questo ha determinato l'aumento del debito pubblico di molti Paesi europei, inclusa l'Italia (in particolare i cosiddetti Piigs, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna: ma la crisi del debito non risparmia nessun Paese europeo). Oggi l'Italia si trova con il secondo debito pubblico più alto d'Europa, dopo la Grecia. E' un debito che deriva dal fatto che il governo Berlusconi (in continuità con le politiche del precedente governo Prodi) ha elargito finanziamenti, diretti e indiretti, alle banche e alle industrie. Oltre a ricevere consistenti pacchetti di aiuti diretti, i capitalisti italiani hanno beneficiato di finanziamenti indiretti a sostegno dei loro profitti: basta pensare agli incentivi alla Fiat, o alle decine di miliardi di euro per gli ammortizzatori sociali. In Italia, l'utilizzo su larga scala degli ammortizzatori sociali è stato uno dei principali mezzi con cui il governo Berlusconi ha utilizzato i soldi pubblici (cioè, in ultima istanza, i soldi dei lavoratori) per sostenere i profitti padronali. Grazie alla complicità delle burocrazie sindacali (di Cisl, Uil, Ugl e Cgil, indifferentemente), il finanziamento degli ammortizzatori sociali ha permesso anche di conservare nel nostro Paese una condizione di relativa pace sociale, ostacolando l'organizzazione di una risposta di massa della classe lavoratrice ai pesantissimi attacchi di governo e Confindustria. I lavoratori e le masse popolari negli ultimi anni hanno subito attacchi pesantissimi: smantellamento dei servizi pubblici (Scuola, Sanità, trasporti), privatizzazioni, licenziamenti di massa, smantellamento dei diritti conquistati con le lotte degli anni Sessanta e Settanta, ecc. Oggi il governo Monti chiede ai lavoratori nuovi pesantissimi sacrifici, per ripagare un debito che è servito per riempire le tasche di banchieri e imprenditori miliardari.
Da Berlusconi a Monti: dalla padella alla brace
Berlusconi non è stato cacciato dalle masse rivoluzionarie, come Ben Alì in Tunisia o Mubarak in Egitto; non è stato costretto alle dimissioni dalla forza di uno sciopero generale o da una protesta di massa. Berlusconi si è dimesso su richiesta dell'Unione Europea e degli organismi finanziari transnazionali (Bce e Fmi) e su pressione della grande borghesia di casa nostra (Confindustria). Per timore di vedere fortemente svalutati i propri titoli azionari sul mercato europeo e mondiale, le grandi famiglie capitaliste, dopo aver beneficiato di ingenti finanziamenti, intendono ridurre e, possibilmente, azzerare il debito pubblico. Per rispondere a questi interessi, Monti ha definito il pareggio di bilancio “l'obiettivo principale” del nuovo governo. Lo stesso Monti ha detto chiaramente quale strada intende percorrere per raggiungere questo obiettivo: svuotare ulteriormente le tasche già vuote dei lavoratori italiani e smantellare quel poco che resta in piedi dei servizi pubblici e del welfare. In altre parole, a pagare sono sempre gli stessi: i lavoratori. Il governo Monti è definito un governo tecnico, cioè super partes, ma si tratta di una menzogna, come è evidente dai ministri che lo compongono (da Corrado Passera, ex amministratore delegato di Intesa-San Paolo, all'ammiraglio Gianpaolo Di Paola, ex presidente del Comitato militare della Nato) e dal fatto stesso che è un governo sostenuto dal Pdl e da Pd. Dopo che il governo Berlusconi ha varato la manovra finanziaria più pesante della storia del dopoguerra - la famigerata “legge di stabilità”, che smantella definitivamente i servizi pubblici locali e introduce il licenziamento anche tra i lavoratori non precari del pubblico impiego – Monti si prepara a rincarare la dose. Si parla di un ulteriore aumento dell'iva, dell'ulteriore aumento dell'età pensionabile (fino a 70 anni!), dell'introduzione di una super tassa sugli immobili (prima casa inclusa), della definitiva cancellazione dell'articolo 18 attraverso l'introduzione per tutti di un contratto a tempo indeterminato che prevede il licenziamento, della dismissione del patrimonio dello Stato. I tagli alla scuola pubblica, alla sanità, ai servizi sociali del precedente governo non verranno ritirati: di fronte alla necessità di pagare il debito per rivalutare le azioni dei capitalisti italiani, non si prende nemmeno in considerazione la possibilità di un piano di finanziamenti per i servizi pubblici.
Il ruolo della burocrazia Cgil
I sindacati gialli Cisl, Uil e Ugl, appendici servili del padronato, sono stati, in questi anni, il principale sostegno alle politiche padronali del governo Berlusconi. Ma se in Italia la lotta di classe si dispiega in modo frammentario è anche merito della burocrazia del più grande sindacato, la Cgil. Esattamente come quelle di Cisl e Uil, anche la burocrazia della Cgil dipende strettamente dallo Stato. L'immenso patrimonio di cui godono Cgil, Cisl e Uil – patrimonio investito, non a caso, in cooperative, agenzie interinali, fondi pensione, ecc. – fa di questi tre sindacati delle vere e proprie aziende (apparati con migliaia di dipendenti, tra funzionari e distaccati sindacali) che mirano anzitutto alla propria conservazione. La Cgil, in questi anni, nonostante l'opposizione di facciata al governo Berlusconi, ha dato prova ai capitalisti di grande affidabilità. Ai padroni è stata garantita la possibilità di licenziare e trasferire la produzione all'estero; il governo ha avuto in dono la pace sociale; la burocrazia Cgil è stata legittimata come interlocutore affidabile, in vista di una nuova stagione concertativa. L'apparente opposizione della Cgil alle politiche del precedente governo Berlusconi aveva un fine ben preciso: tornare al tavolo della concertazione, e così è stato. Dopo aver dimostrato, senza troppo disturbare, la propria capacità di mobilitazione in occasione dello sciopero generale del 6 maggio, la burocrazia Cgil, all'apice della crisi economica, ha firmato il famigerato accordo del 28 giugno, sottoscritto definitivamente a settembre (anche questa seconda volta all'indomani di uno sciopero generale, quello del 6 settembre): è un accordo che prevede la deroga al contratto collettivo nazionale di lavoro, che addirittura lascia alla Marcegaglia (cioè alla rappresentante degli industriali) il ruolo di “portavoce unico” delle cosiddette parti sociali (termine infelice, che sottintende l'idea truffaldina che vi sia una comunanza di interessi tra lavoratori e padronato).
Sia lo sciopero generale Cgil del 6 maggio che quello del 6 settembre hanno avuto come unico fine, nelle intenzioni della burocrazia, quello di dimostrare al padronato che la Cgil è indispensabile per contenere il conflitto sociale continuando a dissanguare i lavoratori: non a caso, sono stati organizzati cortei locali, che si sono trasformati in innocue parate. Mentre in tutta Italia milioni di lavoratori scendevano in sciopero a Roma si procedeva indisturbati a varare le manovre finanziarie: nessun assedio ai palazzi del potere, sull'esempio della Grecia, è stato lanciato. Oggi, la Camusso si dice disposta a offrire una “tregua sindacale” al governo Monti. Nel momento in cui, per respingere l'attacco padronale, bisognerebbe chiamare i lavoratori all'unità di classe contro governo e padronato, la burocrazia Cgil chiama i lavoratori all'unità con Confindustria e con il governo Monti, cioè con chi aspetta solo di affilare i coltelli per piantarli con raddoppiata forza nel petto dei lavoratori. E' giusto gridare al vile tradimento: la burocrazia Cgil sta celebrando il funerale alla classe lavoratrice in cambio della conservazione del proprio apparato.
Fiom e sinistra Cgil: un'alternativa?
Di fronte al discredito in cui è caduta, soprattutto agli occhi di tanti attivisti della Cgil, la burocrazia che ruota attorno alla Camusso (soprattutto dopo la posizione assunta nella vicenda Pomigliano e Mirafiori), la Fiom è parsa a tanti come un “baluardo” contro l'opportunismo. La figura di Landini ha assunto sembianze di un integerrimo difensore degli interessi della classe operaia. Il prestigio della Fiom è andato al di là del settore metalmeccanico: strati sempre più ampi di lavoratori e giovani hanno visto nella Fiom la possibilità di un'alternativa sindacale. Indipendentemente dallo spirito combattivo di tanti operai della Fiom e di alcune Rsu locali, la direzione maggioritaria della Fiom (Landini e Airaudo) ha agito anche negli ultimi mesi da pompiere del conflitto di classe. Mentre sono stati chiamati, giustamente, gli operai a dire no all'accordo truffa di Pomigliano e Mirafiori, sono stati sottoscritti accordi simili in decine di altre fabbriche: è il caso della Bertone, dove Landini ha cercato di edulcorare con il pretesto dell'“autonomia della Rsu” la decisione della Fiom di fabbrica di sottoscrivere un accordo identico a quello di Pomigliano. Parallelamente, anziché chiamare gli operai del gruppo Fiat allo sciopero ad oltranza, si è optato per la strada dei “ricorsi” in tribunale. All'assemblea dei delegati Fiom a Cervia (settembre 2011) Landini ha aperto la strada a un nuovo accordo con la Camusso, proponendo di assumere la posizione della maggioranza Cgil sull'articolo 8 della manovra economica (l'articolo relativo ai licenziamenti del personale a tempo indeterminato). Non solo, nel momento del peggior attacco alla classe lavoratrice, Landini ha deciso un ulteriore ammorbidimento di linea, cioè una sorta di clausola di raffreddamento (del conflitto): la direzione della Fiom propone infatti alle imprese di concordare preventivamente con il sindacato, e con le Rsu, le sue iniziative, prima di procedere a eventuali azioni di lotta. E' una decisione che, non a caso, è stata molto apprezzata dalla Camusso. La risposta di Marchionne e della Fiat a questo “ammorbidimento” della linea della Fiom non si è fatta attendere: dopo l'uscita da Confindustria, Fiat Group Automobiles ha disdetto, dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e “ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto” in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani. Di fatto gli operai della Fiat non hanno più un contratto nazionale e la stessa Fiom rischia di perdere la rappresentanza in tutte le aziende del gruppo: questi sono i frutti amari che, soprattutto nei periodi di crisi economica, le direzioni sindacali raccolgono quando “raffreddano” il conflitto. Da ultimo, l'accordo sottoscritto a Termini Imerese anche dalla Fiom (accordo in base a cui sono stati ritirati i blocchi ai cancelli in cambio di qualche briciola di mobilità a 640 operai), indica l'incapacità della direzione della Fiom di chiamare i metalmeccanici ad una risposta all'altezza dell'attacco in corso. In questo gioco, protagonisti, è bene ricordarlo, non sono solo i dirigenti della Fiom della maggioranza di Landini. Anche la componente di Cremaschi – che fa le pulci da sinistra a Landini senza proporre una reale alternativa al solo fine di guadagnare qualche rendita di posizione nell'apparato Fiom - agisce nel medesimo identico modo: accordi che prevedono ammortizzatori sociali, svendita delle lotte, piattaforme riformiste. Il lancio, da parte di Cremaschi, di un'assemblea a Roma il primo ottobre basata sulla rivendicazione del non pagamento del debito e su una piattaforma riformista (“vincoli pubblici alle multinazionali”, “rispetto della Costituzione”, ecc) si è rivelata di fatto una mera passerella per leader e liderini politici e sindacali, senza alcuna proposta concreta sindacale e di lotta alternativa a quella della burocrazia Cgil: oggi l'unica proposta in campo resta quella di un “referendum” sul pagamento del debito, cioè una proposta che avrà come unico effetto quello di creare illusioni e gettare nuova acqua sul fuoco della lotta di classe.
Il sindacalismo di base
L'assenza di un grande sindacato di classe in Italia è oggi la causa principale della mancanza di una mobilitazione incisiva e unitaria della classe lavoratrice. Mentre le rivoluzioni attraversano i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente; mentre in Grecia i lavoratori in sciopero (17 sono stati gli scioperi generali in quel Paese negli scorsi mesi) assaltano il Parlamento; mentre in Spagna, Portogallo, Usa, Cile, Colombia i giovani indignados urlano “siamo il 99% e non pagheremo la crisi al posto delle banche”, in Italia, pur essendo uno dei Paesi dove la classe lavoratrice ha subito e sta subendo gli attacchi più pesanti, la mobilitazione stenta a crescere. Se la burocrazia Cgil ne è il principale responsabile, allo stesso tempo il sindacalismo di base non è stato in grado di rappresentare un'alternativa credibile per i lavoratori. A sinistra della Cgil c'è uno spazio enorme, che tuttavia è rimasto in gran parte sprecato. Usb, Cobas, Cub, Unicobas, Usi, Si.Cobas, Slai Cobas, ecc.: le sigle del “sindacalismo di base” aumentano di anno in anno, spesso frutto di scissioni o microscissioni. In realtà, si procede nel senso opposto rispetto a quello verso cui si dovrebbe andare: anziché unificare sindacati più conflittuali in un unico sindacato (richiesta questa che è molto sentita tra gli attivisti), i gruppi dirigenti hanno spesso oggi anteposto la conservazione di microinteressi all'interesse generale della classe lavoratrice. Questo avviene indipendentemente dalla volontà della base stessa di questi sindacati: basta ricordare come fu accolto con entusiasmo da parte degli attivisti il tentativo di procedere verso una più stretta unità d'azione tra le principali sigle a sinistra della Cgil (il cosiddetto Patto di base): tentativo abortito perché mai tradotto, per volontà dei dirigenti, in un reale processo costituente di un unico sindacato. Nel quadro generale dei limiti del sindacalismo di base, la microburocrazia che controlla il sindacato Usb rappresenta il principale ostacolo a qualsiasi svolta in senso unitario dell'azione dei sindacati di base. Usb è diretta da un piccolo gruppo di matrice stalinista (la vera direzione, per quanto occulta, è infatti in mano al gruppo stalinista della Rete dei comunisti) che, di fronte al ridimensionamento dei propri microprivilegi in seguito agli attacchi antisindacali del governo Berlusconi (in particolare i provvedimenti a firma Brunetta, che se confermati rischiano di limitare la rappresentatività di Usb nel pubblico impiego), anziché rendere più incisiva e radicale l'opposizione al padronato, ha praticato una linea al contempo sempre più settaria e moderata, consacrando gran parte degli ultimi mesi ad attaccare la nostra area di minoranza interna, Unire le lotte – Area Classista Usb.
La battaglia di Unire le lotte – Area Classista di Usb
Prima di confluire nel sindacato Usb, i compagni e le compagne che oggi costituiscono Unire le lotte – Area Classista Usb si sono battuti contro la scissione della Confederazione Cub, chiedendo l'indizione di un congresso unitario col quale dare la parola agli iscritti sulla scissione stessa: una scissione che la gran parte degli attivisti della Cub non ha voluto e che è apparsa come un'operazione ai vertici, priva di consenso nella base. Il risultato di questa scissione è stata la rottura di fatto tra il settore pubblico della vecchia Cub (RdB-Cub) e il settore privato (metalmeccanici, chimici, ecc. della Cub) più la Scuola (Cub Scuola). RdB ha avviato insieme al sindacato SdL il processo costituente di un nuovo sindacato, Usb. I compagni della nostra area, anche per la collocazione prioritaria nel pubblico impiego, hanno deciso di confluire in Usb, senza rinunciare tuttavia alla battaglia per l'unità del sindacalismo di base e per il sindacato di classe.
Fin da subito, il processo costituente del nuovo sindacato Usb ha presentato forti limiti burocratici, poi rivelatisi ossificati. Il congresso fondativo di Usb si è configurato come una fusione a freddo dei gruppi dirigenti di RdB e una parte del sindacato SdL (un piccolo sindacato, con un buon radicamento tra i lavoratori di Alitalia: un sindacato, è bene ricordarlo, che ha sottoscritto l'accordo che prevedeva il licenziamento di migliaia di lavoratori Alitalia). Usb è nato senza discussione di un documento politico-sindacale su cui eleggere i gruppi dirigenti: qualunque voce critica rispetto alla linea del gruppo dirigente egemone è stata stroncata sul nascere (esclusione dagli organismi dirigenti nazionali, inclusi quelli meramente pletorici; estromissione dagli organismi dirigenti locali; “caccia alle streghe” contro i compagni critici verso le modalità di organizzazione del congresso; esclusione dalle riunioni nazionali di categoria degli attivisti ritenuti “dissidenti” rispetto alla linea del gruppo dirigente proveniente da RdB, ecc.). Il 31 ottobre 2010, a Roma, in un'assemblea nazionale i compagni e le compagne che in Usb si battevano per la costruzione di un grande sindacato di classe, a partire dall'unificazione del sindacalismo di base e dei settori classisti degli altri sindacati, hanno dato vita a Unire le lotte – Area Classista Usb. Lo scopo della nostra area era promuovere, all'interno del sindacato Usb, un confronto aperto e franco per lo sviluppo del sindacalismo conflittuale e di classe anche in Italia, in stretto raccordo con le esperienze del sindacalismo di classe a livello internazionale, a partire da alcune parole d'ordine: unità del sindacalismo di base; interlocuzione coi settori classisti degli altri sindacati; necessità della costruzione dello sciopero ad oltranza; critica al settarismo degli scioperi separati. Fin da subito, la nostra area si è scontrata con la totale assenza di spazi di democrazia sindacale in Usb. I compagni che hanno promosso la nascita di Unire le lotte hanno subito nel sindacato un pesante ostracismo. In Veneto, dove l'area Unire le lotte gode di un buon radicamento tra i lavoratori (Usb a Vicenza è il primo sindacato in Comune, con oltre 150 iscritti, rappresentati da due compagne Rsu di Unire le lotte), i dirigenti di Usb hanno annullato un attivo regionale di delegati del Pubblico Impiego perché l'ordine del giorno presentato dai compagni di Unire le lotte aveva ottenuto la stragrande maggioranza dei consensi (era l'ordine del giorno con cui chiedevamo alla direzione di Usb di indire lo sciopero generale lo stesso giorno dello sciopero dei metalmeccanici della Fiom). Analoghi attacchi hanno subito i compagni che hanno sostenuto Unire le lotte nelle varie realtà locali: dall'estromissione dagli organismi regionali fino all'allontanamento dal ruolo di consulente del lavoro dell'avvocato Ruggero Mantovani, noto per aver vinto una causa storica a vantaggio dell'assunzione degli Lsu. L'apice di questi attacchi all'area Unire le lotte - ma anche più in generale al principio della democrazia sindacale - si è avuto con l'espulsione, per motivi pretestuosi, della coordinatrice nazionale dell'area, Fabiana Stefanoni, macchiatasi della “grave colpa” di aver mandato una mail “non autorizzata” nella quale dichiarava la propria adesione allo sciopero dei lavoratori immigrati del 15 aprile. Unire le lotte ha organizzato, grazie anche all'appoggio di sindacalisti di altri Paesi (come i compagni di Conlutas, il più grande sindacato di base dell'America Latina), una campagna internazionale per il reintegro di Fabiana Stefanoni in Usb. La campagna ha raccolto centinaia di adesioni di attivisti e dirigenti sindacali (di Usb e di altri sindacati di base, ma anche della Cgil e di sindacati di altri Paesi): il risultato straordinario della campagna per il reintegro è stato ignorato dai vertici di Usb, che hanno confermato l'espulsione della nostra compagna dal sindacato. L'espulsione di Fabiana Stefanoni dal sindacato Usb è un fatto pretestuoso, che serve per stroncare la voce dell'unica area di minoranza presente in Usb. L'esecutivo nazionale di Usb ha dimostrato di voler ostacolare con ogni mezzo qualsiasi tentativo di trasformare Usb nello strumento per l'unificazione del sindacalismo conflittuale. Usb è un piccolo sindacato, radicato in alcuni settori del pubblico impiego, che, a dispetto delle sue piccole dimensioni, presenta un apparato burocratico ossificato, che non permette il rispetto nemmeno dei minimi principi di democrazia sindacale. Le ultime vicende accorse in occasione dell'organizzazione della manifestazione del 15 ottobre a Roma – vicende nelle quali Usb ha utilizzato provocatoriamente la discussione sul percorso della manifestazione per attaccare altri sindacati di base – hanno ulteriormente isolato Usb dal resto del sindacalismo di base. I metodi utilizzati sistematicamente dai dirigenti di Usb (calunnie, falsità, provocazioni) rendono impossibile o molto difficile persino la costruzione di momenti comuni di lotta con le altre organizzazioni sindacali. Ciò che anima prioritariamente l'azione dell'Esecutivo nazionale di Usb è la volontà di conservare il proprio apparato, inclusi i benefici economici, con spirito settario e autoreferenziale. Solo alla luce di questo si spiegano le capriole compiute dai vertici di Usb negli ultimi mesi. Per citare solo i fatti più eclatanti:
Dopo aver proclamato per anni l'indisponibilità settaria a qualsiasi indizione di scioperi in contemporanea con la Cgil, il 6 settembre Usb ha indetto lo sciopero generale contemporaneamente alla Cgil (pur organizzando micromanifestazioni regionali separate). All'indomani di questa apparente svolta, Usb ha però boicottato lo sciopero dei sindacati di base Cub e Cobas, indicendo un altro sciopero generale separato il 2 dicembre, sciopero che poi tra l'altro è stato sospeso dopo la nomina di Monti.
Dopo aver mostrato i muscoli in occasione della manifestazione del 15 ottobre a Roma presentandosi come i difensori della necessità di confluire verso i palazzi del potere per “assediarli” (un assedio puramente mediatico, visto che quel giorno i palazzi erano chiusi e vuoti: i lavoratori greci insegnano che gli assedi si organizzano indicendo gli scioperi mentre all'interno si discutono le manovre finanziarie, e non nei giorni di festa quando i deputati sono a casa...), la direzione di Usb ha chiesto un incontro a Monti, augurandosi un miglioramento delle relazioni sindacali. Non solo: in virtù del “mutato quadro politico” Usb ha sospeso lo sciopero già proclamato del 2 dicembre, alimentando così pericolose illusioni sul governo “tecnico” di Monti.
Dopo aver lanciato un appello unitario alle altre organizzazioni del sindacalismo di base (Cub, Cobas, Si. Cobas, ecc) ad agosto, i dirigenti di Usb hanno attaccato, con metodi definiti “banditeschi” da parte di chi li ha subiti, le direzioni degli altri sindacati (basta pensare all'accusa ai Cobas, definiti sostenitori della Nato solo perché, a differenza dei dirigenti di Usb, non si sono schierati a difesa di Gheddafi), compromettendo la costruzione di momenti di lotta unitaria.
La decisione di uscire da Usb
Per i motivi sopra illustrati, il processo di unificazione avviato con la nascita di Usb non ha dato vita, come auspicavamo, a uno strumento per l'unificazione del sindacalismo di base, ma a un nuovo ostacolo burocratico per la stessa costruzione di un'azione unitaria e di lotta. Gli ultimi fatti hanno confermato che le potenzialità che Usb aveva di diventare un polo di attrazione per gli altri settori del sindacalismo di base e conflittuale sono abortite a causa della miopia di un piccolo gruppo dirigente settario, autoreferenziale e stalinista. In Usb è difficile non solo avere spazi di dibattito e democrazia all'interno, ma anche avere la possibilità stessa di costruire il sindacato - e, attraverso il sindacato, le lotte - se non si accetta la subordinazione ai vertici. Parallelamente, se c'è subordinazione, tutto è lecito e concesso: dalla denuncia di colleghi di lavoro presso la propria azienda (come è avvenuto a Parma, dove una sindacalista di Usb ha denunciato all'azienda un collega della Cub) fino all'appoggio a candidati dei padroni (come a Salerno, dove un dirigente di Usb si è candidato in una lista a sostegno del sindaco sceriffo De Luca).
La scelta di confluire nella Confederazione Cub
E' per questo che, a un anno dalla nascita di Unire le lotte – Area Classista Usb, l'assemblea nazionale decide di sciogliere l'area in Usb e di avviare la confluenza dei propri sostenitori nel sindacato Cub. Pur nella consapevolezza che nemmeno la Cub a tutt'oggi è quel grande sindacato di massa e di classe che manca nel nostro Paese e del quale c'è assoluta necessità, auspichiamo che in Cub riusciremo a trovare quello spazio di democrazia e di lealtà nei rapporti fra compagni che non abbiamo trovato in Usb, non per colpa degli onesti militanti di base Usb, ma per colpa dei vertici e dei loro fiancheggiatori opportunisti.
Nel fare questa scelta, ci rivolgiamo proprio alle tante compagne e ai tanti compagni onesti di Usb, a partire dai compagni che hanno sostenuto la campagna per il reintegro della nostra coordinatrice espulsa: chiediamo loro di riflettere sulle questioni che poniamo in questo documento e di seguirci in questa scelta o in ogni caso di non chiudere le porte al dialogo. I nostri nemici sono i nemici dei lavoratori e i pompieri della lotta di classe: sono i padroni e i burocrati e micro-burocrati sindacali. Non consideriamo nostri nemici gli attivisti degli altri sindacati di base, né i lavoratori iscritti ai sindacati concertativi: a tutti chiediamo di denunciare le politiche traditrici e autoreferenziali dei propri dirigenti. E' per continuare a sviluppare le lotte dei lavoratori, per costruire una risposta di classe contro i capitalisti e i loro governi che Unire le lotte esce da Usb e confluisce nel sindacato di base Cub.
A tal fine l'assemblea dà mandato al coordinamento nazionale di Unire le lotte per svolgere alcuni ultimi adempimenti:
a) richiedere un incontro alla Segreteria nazionale della Confederazione Cub al fine di presentare la scelta di confluenza e concordare modalità che facilitino la più ampia adesione alla Cub dei compagni che hanno sostenuto Unire le lotte;
b) organizzare entro le prossime settimane un ultimo ciclo di riunioni dei sostenitori di Unire le lotte per facilitare anche a livello locale il percorso di confluenza nella Confederazione Cub e il suo rafforzamento nelle diverse città.
Lo scioglimento dell'area e l'uscita da Usb non concludono certo la battaglia che abbiamo intrapreso per l'unità del sindacalismo di base e per la democrazia sindacale, terreni fondamentali per la costruzione di quel grande sindacato di classe che ancora manca nel nostro Paese, scopo del nostro agire nei mesi scorsi e in quelli a venire. A tale battaglia i compagni e le compagne che hanno formato nei mesi scorsi Unire le lotte continueranno a contribuire con le proprie energie ed idee che da domani vanno a rafforzare, con questo scopo, la Cub.
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SALUTI INTERNAZIONALI
ALL'ASSEMBLEA DI UNIRE LE LOTTE
Ai compagni e alle compagne di “Unire le Lotte”
In questo momento in cui la crisi economica imperialista internazionale si approfondisce e la borghesia mondiale coi suoi governi cerca di scaricare sui lavoratori e i popoli di tutto il mondo più miseria, taglio dei diritti, disoccupazione e altri attacchi, è fondamentale l'organizzazione indipendente della nostra classe.
Abbiamo assistito alle lotte contro questi attacchi, che si esprimono in scioperi generali e grandi mobilitazioni convocati dai lavoratori e dai giovani d'Europa. Nel Nord Africa e nei Paesi arabi, il combinarsi dell'odio verso le dittature filoimperialiste e il peggioramento delle condizioni di vita fa sì che i popoli arabi stiano cercando con la lotta di sconfiggere i dittatori agenti dell'imperialismo e l'imperialismo stesso.
Al contempo, abbiamo visto il fallimento dell'immensa maggioranza degli apparati burocratici internazionali che, con la loro politica di collaborazione con la borghesia non possono coerentemente porsi alla testa delle nostre lotte e della nostra resistenza, mentre con i loro metodi burocratici sono incapaci di organizzare democraticamente i lavoratori. Il fatto è che senza democrazia, nel cui quadro i lavoratori possano discutere, decidere e lottare esercitando la democrazia operaia, questi apparati e i suoi dirigenti diventano ostacoli sulla strada della resistenza e della vittoria della nostra classe.
In questo contesto, riteniamo fondamentale ogni esperienza sindacale che punti sull'indipendenza di fronte alla borghesia, sulla democrazia operaia, l'antimperialismo e l'internazionalismo.
Ricevete il nostro saluto e la disponibilità a costruire relazioni di intercambio delle nostre esperienze, solidarietà e campagne congiunte, così come la ricerca dell'unità internazionalista dei lavoratori.
San Paolo del Brasile, 3 dicembre 2011
Dirceu Travesso
Sebastião Carlos
(Membri della Segreteria Nazionale Esecutiva della Csp Conlutas – Brasile)
Luiz Carlos Prates “Mancha”
(Csp Conlutas e Sindacato dei Metalmeccanici di São José dos Campos – Brasile)
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Ai compagni di “Unire Le Lotte”
È fin troppo chiaro, dagli oltre due milioni di partecipanti allo sciopero del 30 novembre e dalle mille manifestazioni in tutte le città e i villaggi della Gran Bretagna, che gli affiliati ai sindacati e le comunità della classe operaia sono del tutto contrari a pagare per la crisi delle banche, del governo e dei padroni. Tutti quelli che erano in sciopero sapevano che questo era solo l'inizio e, tuttavia, la maggioranza dei dirigenti sindacali che concludevano le manifestazioni non poneva negli interventi la necessità di altri giorni di sciopero e di lotta, mentre la grande maggioranza voleva andare oltre.
Abbiamo bisogno, in Inghilterra, in Italia e in Europa, di una direzione della classe lavoratrice che possa unire le lotte dei settori pubblico e privato, dei giovani e dei lavoratori. Inviamo il nostro saluto poiché leggiamo la vostra iniziativa come parte della battaglia per una direzione internazionale che possa costruire la lotta contro il capitale europeo e mondiale attraverso uno scambio di esperienze, campagne congiunte e la lotta.
Martin Ralph
Vice Presidente del Liverpool Trades Council
International Liaison Office
Paul Humpreys
Liverpool Unite e delegato del Liverpool Trades Council
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SALUTO DEL SINDACATO STUDENTESCO ANEL – BRASILE
L'Anel (l'Assemblea nazionale degli studenti del Brasile) saluta tutte e tutti i compagni riuniti nell'assemblea riunita oggi 4 dicembre a Rimini. In Europa si sta sviluppando una guerra sociale dei lavoratori contro la Troika (Fmi, Bce, Ue) e i suoi piani di austerità che stanno ulteriormente abbassando il livello di vita della classe lavoratrice europea.
Siamo solidali con la lotta classista della vostra area sindacale e crediamo nella democrazia operaia come principio fondamentale per la costruzione di organizzazioni dei lavoratori: per questo riteniamo grave e respingiamo con fermezza l'atteggiamento antidemocratico che ha avuto la direzione di Usb, per la campagna di calunnie imbastita ai vostri danni e per l'espulsione della compagna Fabiana Stefanoni.
Nonostante la distanza geografica, ci sentiamo molto vicini alla vostra lotta e speriamo che la vostra assemblea, in questo momento tanto importante per la lotta di classe in Europa, sia un'assemblea proficua per lo sviluppo delle lotte contro la borghesia, contro la burocrazia e contro il capitalismo.
Viva la democrazia operaia!
Viva l'internazionalismo proletario!
Viva l'unità di lotta tra lavoratori e studenti!
ANEL
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Bogotà, 3 dicembre 2011
Stimata compagna
Fabiana Stefanoni
Italia
Ricevi un fraterno e rivoluzionario saluto di classe dalla nostra organizzazione sindacale, i cui lavoratori seguono con particolare attenzione gli importanti sforzi che si stanno sviluppando in tutta Europa, e specialmente nel tuo Paese, in favore di una ferrea battaglia che quotidianamente la classe lavoratrice del Vecchio Continente sta ingaggiando contro il modello liberale.
Sforzi che vanno di pari passo con la Primavera araba, agli Indignati degli Usa, alle grandi mobilitazioni degli studenti cileni e colombiani, e che denotano come tutti insieme lottiamo per lo stesso obiettivo: non consentire che si applichino i violenti piani dei banchieri, delle multinazionali e degli imperialisti, che prevedono tagli di diritti e garanzie che la classe lavoratrice ha conquistato dopo la seconda guerra mondiale.
Sappiamo, come la storia ci ha insegnato, che in seno al movimento sindacale mondiale esistono direzioni di sindacati dei lavoratori che sono di ausilio e collaborano con i piani dell'imperialismo, del Fmi, della Banca Mondiale, del G5, ecc. Altrimenti, come si spiegherebbe il vergognoso appoggio da parte del sindacato Comisiones Obreras al piano di tagli alle pensioni, ai salari e all'impiego di Zapatero in Spagna? Perciò salutiamo con favore una così lodevole intenzione di unire gli sforzi per ottenere nel tuo paese un sindacalismo connotato da autentica indipendenza di classe, democrazia sindacale e per il socialismo.
Solo così riusciremo a sconfiggere il sistema capitalista, che per di più ha dimostrato il proprio fallimento, in quanto unico responsabile dell'attuale crisi mondiale dell'umanità; e noi lavoratori non possiamo minimamente confidare nella possibilità di riformarlo.
Auguriamo un vero successo all'assemblea del 4 dicembre.
Che la crisi la paghi chi l'ha creata!
Sciopero generale in tutta Europa!
Per l'internazionalismo proletario!
Fraternamente
Luis Alberto Acosta
Presidente sezionale Bogotà – Unione nazionali degli impiegati bancari
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CONFEDERACIÓN DE LA CLASE TRABAJADORA (CCT)
Fundada el 20 de noviembre de 2010
Oliva 692 c/ O'Leary – 4to. Piso
Teléf. 0981 757 720 – 0961 473 063 - Asunción – Paraguay
Saluto all'assemblea di “Unire le Lotte”
Stimati compagni,
dalla Confederazione della Classe Lavoratrice (Cct) del Paraguay vi giunga il nostro caldo e cordiale saluto e i nostri auguri che l'Assemblea che si terrà questa domenica 4 dicembre abbia discussioni e risoluzioni che configurino un'Assemblea di successo.
Ci permettiamo di inviarvi questo saluto perché sappiamo che rivendicate principi non negoziabili della nostra classe, come l'unità e la solidarietà nella lotta della classe lavoratrice, per l'indipendenza di classe e la democrazia sindacale. Sappiamo che per voi questi principi sono basilari e fondamentali e ci uniscono nella stessa battaglia.
Nel nostro Congresso fondativo, realizzato un anno fa, il 20 novembre 2010, abbiamo votato che i principi che reggeranno il nostro agire saranno: solidarietà nella lotta, indipendenza di classe, autonomia sindacale, democrazia operaia e internazionalismo proletario.
Compagni e compagne, questi principi ci uniscono e sappiamo che voi in Italia e noi in Paraguay siamo parte di una stessa classe che lotta con tutte le sue forze per la propria liberazione dallo sfruttamento e dall'oppressione.
Reiterando i nostri auguri che l'Assemblea abbia successo, vi mandiamo un fraterno saluto.
Viva l'Assemblea di unire le Lotte!
Viva la Classe Lavoratrice Mondiale!
Per la liberazione della Classe Lavoratrice in tutto il mondo!
Asunción, Paraguay, 3 dicembre 2011.
Coco Arce (Ufficio Stampa)
Julio López (Presidente)
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Dall'Argentina giunga un fraterno abbraccio all'Assemblea nazionale di Unire le Lotte. Stiamo seguendo con grandi aspettative le lotte con cui i lavoratori e gli studenti italiani e d'Europa si scontrano con i brutali piani capitalisti.
Speriamoo che i vostri lavori siano positivi per la lotta e l'organizzazione della classe operaia e che siano un passo avanti sulla strada per trovare una soluzione operaia alla crisi.
Saluti classisti.
Roberto García , Commissione Direttiva, per la minoranza, SUTEBA, La Matanza
Marisa Barromeres , Segretaria Generale, SUTEBA, Lanús
José Escobar , Segretario Aggiunto, SUTEBA, Escobar
Demián Romero , Segretario Generale, ATEN (Asociación Trabajadores Educación de Neuquén), Centenario
Vilma Humar, Segretaria sindacale, ATEN, Centenario
Verónica Palavecino , Segretaria Generale, ATEN, Senillosa
Mónica Demicelli , Segretaria Generale, ATEN, Plotier
Nora Moscoso , SUTEBA
Inés Miño , SUTEBA
Rita Strasberg , SUTEBA
María Pogliano, SUTEBA
Moserrat Gayone , delegata SUTEBA, Bahía Blanca
Eduardo Hernández , lavoratore petrolifero, Comodoro Rivadavia
David Collman , delegato lavoratori petroliferi, Comodoro Rivadavia
Pieri García , delegato lavoratori petroliferi, Comodoro Rivadavia
Eduardo Humeres , Segretario sindacale, ATECH (Asociación Trabajadores Educación de Chubut)
Margarita Cofré , CTERA
Carmen Britos , delegata ATECH
Alejandro Bassi , delegato ATECH
Eduardo Barragán , dirigente del Partido Socialista de los Trabajadores Unificados (PSTU)
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UNION SINDICAL DE TRABAJADORES DE LA INDUSTRIA ALIMENTICIA
Registro Inscripción 052 de agosto 11 de agosto de 2010. Min Protección Social Regional Bolívar
Barrio la Esperanza. Calle 1 casa 795- Turbaco, Bolívar, Colombia
E-Mail: ustrialcartagena@gmail.com
Cartagena, 1° dicembre 2011
Compagni di Unire le Lotte Italia
Ricevete un fraterno, rivoluzionario e internazionalista saluto dalla nostra organizzazione sindacale che sta conducendo una lotta contro l'impresa multinazionale Seatech International Inc., produttrice del famoso Tonno Van Camp's, che sappiamo essere venduto anche in Italia, insieme ad altri prodotti della stessa ditta, sotto altro nome. Vogliamo salutare la formazione di questo raggruppamento e speriamo che i suoi principi classisti e rivoluzionari continuino, consentendo la democrazia di tutti i lavoratori che affrontano gli attacchi dei governi borghesi e dei padroni, ma che purtroppo sono appoggiati da una gran quantità di dirigenti che indegnamente si definiscono difensori dei lavoratori e che in realtà servono il capitalismo e gli sfruttatori. Contate sulla nostra simpatia dalla Colombia e speriamo che questo processo possa progredire per il bene della classe operaia mondiale.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Cordialmente.
La Giunta Direttiva
Freedis Marrugo Velasquez (Presidente)
Pedro Londoño Maya (Segretario)
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Ai compagni dell'assemblea nazionale di Unire le Lotte
Rimini - Italia
Ricevete dalla nostra organizzazione sindacale, rappresentata dal nostro presidente, il nostro più fraterno saluto.
Seguiamo con attenzione le lotte della classe operaia europea ed italiana contro i piani di austerità e contro le misure dei governi.
Sappiamo che solo costruendo organizzazioni che si basino sull'indipendenza di classe, che agiscano unitariamente al servizio dalle lotte dei lavoratori, che prevedano la democrazia sindacale al proprio interno, sarà possibile difenderci del pesante attacco della Banca mondiale e dei suoi agenti locali.
Qua in Colombia stiamo seguendo e animando una lotta importante, contro una multinazionale del cemento, Holcim. Vi invieremo informazioni dettagliate per anche sollecitare solidarietà da parte di strutture sindacali e di lotta del vostro Paese.
JOSÉ ADOLFO GAMEZ
Presidente del Sindacato Sintra della Holcim – Colombia
Bogotà, Dicembre 2 di 2011
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Ai compagni di
UNIRE LE LOTTE
Rimini - ITALIA
Stimati compagni
inviamo un caloroso saluto all'Assemblea Nazionale di Unire Le Lotte, a nome dell'Associazione Sindacale di Professori Universitari della Colombia (ASPU).
Stiamo portando avanti una dura lotta contro il governo di Juan Manuel Santos che intende estendere i processi di privatizzazione dell'istruzione universitaria nel nostro Paese. Abbiamo ottenuto un'importante vittoria grazie alla forza del movimento studentesco universitario, obbligandolo a ritirare il suo disegno di legge del Parlamento.
Per questa ragione consideriamo fondamentale l'attività sviluppata da voi il cui obiettivo è fortificare la democrazia sindacale e l'indipendenza di classe, promuovendo l'unità delle lotte della classe lavoratrice.
Proletari di tutti i Paesi, UNITEVI!
Juan Sánchez Ramírez
Segretario di Relazioni Internazionali dell'Associazione Sindacale di Professori Universitari
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SALUTO DALLA ASOUNICOL – COLOMBIA
ASOUNICOL, Associazione Sindacale delle Università Colombiane, sindacato democratico, classista ed indipendente, saluta l'assemblea di Rimini, in Italia, promossa da Unire le lotte. Siamo per l'unità della classe lavoratrice di tutto il mondo e siamo contro ogni tentativo dividerla, cosa che non fa altro che favorire il nostro nemico comune, contro i nostri interessi di classe.
Per l'Unità della Lotta della Classe Lavoratrice nel Mondo!
Per la Democrazia Sindacale!
Per l'Indipendenza di classe!
ASOUNICOL, Noi ci siamo e lottiamo!
Claraines Moncada M. - Segretaria intersindacale
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Ai compagni di Unire le Lotte
Da San Miguel, nella provincia di Buenos Aires, inviamo un caloroso saluto all'assemblea nazionale di Unire le Lotte, che si svolgerà a Rimini (Italia) il 4 dicembre.
Appoggiamo la vostra battaglia per l'indipendenza di classe, per l'unità della lotta della classe lavoratrice e per la democrazia sindacale, principale strumento che, come lavoratori, abbiamo per difendere i nostri diritti.
Associazione dei Liberi Professionisti Universitari dell'Ospedale Lacarde di San Miguel, Buenos Aires, Argentina
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27 novembre 2011
Compagni e compagne
Assemblea nazionale
“Unire le Lotte”
Ricevete un saluto classista da parte della Giunta Direttiva della Centrale Generale dei lavoratori del Costa Rica in occasione della vostra Assemblea Nazionale che si terrà a Rimini il 4 dicembre prossimo.
D'altra parte, abbiamo l'opportunità di esternare la nostra profonda preoccupazione per l'espulsione della compagna Fabiana Stefanoni ad opera della direzione del sindacato Usb. Avremmo auspicato il reintegro in Usb della compagna Stefanoni, con tutti i suoi diritti, a tutto vantaggio dell'unità del sindacalismo e della democrazia sindacale.
Le lotte operaie non hanno frontiere! Viva l'internazionalismo proletario!
Fraterni saluti.
Per la Giunta Direttiva della Cgt (Centrale Generale dei Lavoratori – Costa Rica, sindacato membro della Federazione Sindacale Mondiale)
Carlos José Cabezas Mora
(Segretario Generale)
David Morera Herrera
(Segretario Generale aggiunto)
San José, Costa Rica, 27 novembre 2011
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Compagni e compagne
Assemblea Nazionale Unire le Lotte – Italia
I sottoscritti, dirigenti sindacali, studenteschi e popolari del Costa Rica, America Centrale, inviano un saluto fraterno e combattivo a Unire le Lotte, in occasione della sua Assemblea nazionale che si tiene il 4 dicembre.
Al contempo, vogliamo manifestarvi il nostro ripudio per l'espulsione della compagna Fabiana Stefanoni, imposta arbitrariamente dalla direzione del sindacato Usb e, conseguentemente, rivendichiamo il nostro pieno appoggio alla campagna per il suo reintegro in Usb con tutte le garanzie democratiche. È fondamentale per il sindacalismo classista garantire la massima democrazia operaia nelle nostre organizzazioni per sconfiggere le direzioni burocratiche e recuperare i sindacati come strumento di lotta dei lavoratori.
Auguriamo successo alla vostra Assemblea Nazionale
Fraternamente.
Carlos José Cabezas Mora, segretario generale Central General de las y los Trabajadores (CGT)
David Morera Herrera, segretario generale aggiunto CGT
Víctor Solano Gutiérrez, segretario organizzativo CGT
Antonieta Villalobos Rodríguez, segretaria delle donne CGT
Mario Rodríguez Bonilla, segretario aggiunto Sindicato Acueductos y Alcantarillados (SITRAA) y segretario di stampa e divulgazione CGT
Adrián Jaén España, promotore CGT
Gilberth Ríos Ortega, segretario generale aggiunto Asociación Nacional Técnicos en Telecomunicaciones y Afines (ANTTEA)
Carlos Gómez Ramos, segr. gen. Sindicato de Salud y Seguridad Social (SISSS)
Franklin Quesada Campos, segr. di tesoreria SISSS
Orlando Soto, segretario della cultura e sport SISSS
Kemly Vega, promotrice SISSS
Manuel Sandoval Coto, Consiglio nazionale Asociación Profesores-as Segunda Enseñanza (APSE)
Sandra López Alvarado, Movimiento de Acción Popular Urbana (MAPU)
Julio Moya, segretario organizzativo Sindicato Empleados-as Universidad Costa Rica (SINDEU)
César Villegas Herrera, segr. affari dei docenti SINDEU
Lidia Cambronero, segr. delle donne SINDEU
Inger Guerrero, segr. comm. contr. I SINDEU
Manuel Ulate Torres, segr. comm. contr. II SINDEU
Roberto Víquez Murillo, segr. sedi regionali SINDEU
Octavio Carrillo Mena, dirigente Junta de Pensiones y Jubilaciones del Magisterio Nacional (JUPEMA)
Óscar Gómez, sezione Risorse Umane Sindicato de Trabajadores-as de la Universidad Nacional (SITUN)
Patricia Ramos Con, avvocata del lavoro e specialista in molestie sessuali del Centro de Investigaciones y Estudios de la Mujer (CIEM)
Heydi Ulate, Areádnes Gutiérrez e Zoe Jaen, Federazione degli Studenti della Secondaria (FES)
Yuri Alfaro, vicepresidente eletta della Federazione degli Studenti dell'Università del Costa Rica (FEUCR)
César Alarcón, Segretario di tesoreria FEUCR
Diego Solís, Membro del direttivo della FEUCR
Jean Pierre Moreno Urbina, Membro del direttivo della FEUCR
Antonio Mora, Membro del direttivo della FEUCR
Andrea Guadamuz, Dirigente Asociación de Estudiantes de Trabajo Social (AETS) Universidad de Costa Rica
Adriana Jiménez, rappresentante di fronte al Consejo de Ciencias Sociales de la Asociación de Estudiantes de Trabajo Social (AETS)
Vanessa Brenes y Carlos Granados, componenti Juventud Revolucionaria (JR) Sede regional de Limón UCR
Karen Barrantes, per il Partido Revolucionario de las y los Trabajadores (PRT)
Daniel Moraga, coordinamento Juventud Revolucionaria del PRT
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Ai compagni dell'Assemblea "Unire le Lotte"
Dalla Colombia vi inviamo un saluto fraterno e classista.
È per noi maestri del settore statale motivo di enorme gioia sapere che in Italia, come in altri Paesi del mondo, settori di lavoratori si stanno organizzando per offrire un'alternativa sindacale basata sui principi dell'indipendenza di classe, della democrazia sindacale e della otta permanente contro i piani di supersfruttamento che l'imperialismo e i governi stanno scaricando sulle nostre spalle per cercare di superare la profonda crisi del sistema capitalista.
Vi auguriamo la migliore riuscita della vostra assemblea e speriamo che le conclusioni contribuiscano a portare avanti il percorso verso un'alternativa classista e rivoluzionaria per i lavoratori: obiettivo in vista del quale non ci stanchiamo di lottare, ma che necessita la costruzione nelle lotte di quella direzione che ci conduca alla vittoria, contro i tradimenti delle burocrazie sindacali.
Viva l'assemblea Unire le Lotte!
Rosa Cecilia Lemus
Delegata dell'Assemblea distrettuale degli Educatori, ADE, Corrente Unità Docente
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SALUTO DAI LAVORATORI DELLA HSBC - COLOMBIA
Vi mandiamo un fraterno e combattivo saluto. Prima di tutto vogliamo raccontarvi che i lavoratori della Banca HSBC Colombia S.A hanno visto un netto peggioramento delle condizioni lavorative, in conseguenza delle dannose manovre della Banca transnazionale. Bisogna tenere conto del fatto che in tanto solo sette anni - tra il 1999 e 2006 - la banca ha cambiato quattro volte ragione sociale. Gli effetti peggiori li hanno dovuti subire i lavoratori, poiché ogni cambio ha portato con sé modificazioni sfavorevoli per la loro stabilità lavorativa, con un deterioramento delle condizioni contrattuali.
Bisogna cominciare dicendo che il HSBC fece la sua entrata alla Colombia nel 2006 con uno slogan truffaldino: “Il migliore posto per lavorare" e una promessa falsa: ampliare l'organico del personale a 4.000 lavoratori. Ma questo non si è realizzato e al contrario dallo stesso momento in cui è entrato in Colombia questo colosso bancario ha preteso l'interruzione della contrattazione collettiva di lavoro, provocando un sciopero che è durato 11 giorni e che è riuscito a respingere la messa in discussione dei diritti già acquisiti.
Ma la situazione attuale non è incoraggiante, poiché la direzione generale della banca HSBC Colombia cerca ancora di annullare i diritti sindacali: nell'ultimo anno è stato messo in discussione il diritto di associazione poiché hanno licenziato 29 soci dell'organizzazione sindacale, con gravi conseguenze non solo per i compagni ma anche per le loro famiglie, allo stesso tempo creando un clima di terrore tra gli altri lavoratori (che hanno timore ad iscriversi al sindacato).
Ciò che scriviamo dimostra che la HSBC Colombia. è “Il Migliore Posto Per Lavorare”. (...)
Cordialmente, Lavoratori della banca HSBC Colombia S.A
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ORDINI DEL GIORNO VOTATI ALL'UNANIMITA'
DALL'ASSEMBLEA SINDACALE RIUNITA A RIMINI IL 4 DICEMBRE
SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA SAME (TREVIGLIO)
L'assemblea sindacale nazionale riunita a Rimini il 4 dicembre 2011 esprime piena e incondizionata solidarietà militante ai lavoratori in lotta alla Same di Treviglio (Bg). Diciamo ai lavoratori di non arrendersi, di prendere le distanze da chi sostiene direttamente o indirettamente i padroni, di organizzarsi nell'indipendenza di classe per mettere in discussione questo sistema che sempre più ci affama e ci opprime.
SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DEI LAVORATORI DEL PASTIFICIO AMATO DI SALERNO
L'assemblea sindacale nazionale riunita a Rimini il 4 dicembre 2011 esprime piena e incondizionata solidarietà militante ai lavoratori del Pastificio Amato di Salerno. Siamo al fianco della lotta, per dire no allo sfruttamento. Sosteniamo i lavoratori perché proseguano la lotta nell'indipendenza di classe dai padroni.
SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELL'ESSELUNGA DI PIOLTELLO
L'assemblea sindacale nazionale riunita a Rimini il 4 dicembre 2011 esprime piena e incondizionata solidarietà militante ai lavoratori in lotta ai magazzini Esselunga di Pioltello e al Si.Cobas, anche a fronte dell'agguato squadristico subito nei giorni scorsi. Facciamo appello a partecipare alla manifestazione in programma sabato 10 dicembre a Pioltello.
SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DEI NO TAV
L'assemblea sindacale nazionale riunita a Rimini il 4 dicembre 2011 sostiene la mobilitazione contro la Tav e sostiene attivamente la manifestazione No tav in programma l'8 dicembre nella Val di Susa.
SOLIDARIETA' AGLI OPERAI DELLA FIAT
L'assemblea sindacale nazionale riunita a Rimini il 4 dicembre 2011 esprime la propria solidarietà militante ai lavoratori della Fiat in lotta contro i diktat di Marchionne, che intende imporre il modello Pomigliano a tutte le aziende del gruppo Fiat. In particolare, l'assemblea esprime solidarietà agli operai della Ferrari di Modena, che hanno deciso di proclamare 40 ore di sciopero per respingere il modello Pomigliano nella loro fabbrica. Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà ai compagni Elvis Fischetti (delegato Rsu Ferrari), che ha ricevuto una intimidazione da parte della direzione aziendale, e a Francesco Ficiarà, operaio della Fiat-CNH, che è stato licenziato per la sua attività sindacale.
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FOTO DELL'ASSEMBLEA SINDACALE DEL 04 DICEMBRE 2011
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ATTENZIONE!
LA DATA DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE DI UNIRE LE LOTTE E' STATA POSTICIPATA
A DOMENICA 4 DICEMBRE, SEMPRE A RIMINI
(per lo sciopero dei treni e per la coincidenza con la conferenza nazionale di organizzazione di Usb)
Quali prospettive per il sindacalismo conflittuale?
04 dicembre: assemblea nazionale indetta da Unire Le Lotte
Scarica qui il volantino in formato PDF
Non si fermano i pesanti attacchi di tutti i governi padronali contro i lavoratori e le giovani generazioni. Industriali e banchieri vogliono scaricare la crisi del capitalismo sulle masse popolari, imponendo sacrifici enormi. Ma le lotte stanno riprendendo in tutto il mondo: dalle rivoluzioni arabe all'ascesa del conflitto in Europa (e ora anche nel continente americano), dai lavoratori greci in lotta permanente ai giovani indignados di tutto il continente. In Italia le lotte non sono mancate, ma sono rimaste frammentate e isolate a causa del ruolo nefasto delle burocrazie dei grandi sindacati, a partire da quella della Cgil. Il sindacalismo di base, che avrebbe in questo quadro un grande spazio per costruire un riferimento alternativo, è finora risultato incapace di colmare il vuoto, restando spesso vittima delle tendenze autoreferenziali di alcuni gruppi dirigenti, che hanno spesso ignorato le richieste di unità e radicalità che vengono dalla base. Unire le lotte ha cercato, nella costruzione quotidiana di Usb, di porre all'ordine del giorno nel sindacato la necessità dell'unità del sindacalismo di base, di una piattaforma di classe, della democrazia sindacale. Tanti attivisti di Usb hanno condiviso e sostenuto questa battaglia. Ed è proprio questo che ha determinato la reazione antidemocratica del gruppo dirigente centrale di Usb, che, dopo aver cercato di ostacolare in ogni modo il libero dibattito interno, ha deciso di colpire Unire le lotte espellendone la coordinatrice nazionale, Fabiana Stefanoni. L'espulsione di Fabiana Stefanoni da Usb, precaria della scuola, da anni impegnata in battaglie politiche e sindacali a difesa dei lavoratori, costituisce un fatto gravissimo. Come abbiamo dimostrato sul nostro sito www.sindacatodiclasse.org, l'espulsione si fonda su motivi pretestuosi. Questa gravissima violazione dei principi minimi della democrazia sindacale - aggravata dal fatto che i vertici di Usb hanno totalmente ignorato lo straordinario risultato della campagna per il reintegro - getta a nostro avviso una macchia indelebile sulla storia di Usb ed è la palese conferma dell'urgenza di affrontare le questioni che abbiamo posto, che riguardano non solo Unire le lotte e Usb ma più in generale le prospettive di sviluppo del sindacalismo combattivo in Italia. E' per discutere di tutto questo che abbiamo deciso di convocare un'assemblea nazionale. Potete leggere qui sotto l'ordine del giorno e la convocazione dell'assemblea.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte - Area Classista Usb
Rimini, 04 dicembre 2011
Dalle ore 11 alle ore 17
E' convocata un'assemblea nazionale degli attivisti di Unire le lotte - Area Classista Usb
All'assemblea sono invitati tutti i compagni e le compagne (anche di altri sindacati) che hanno sostenuto la campagna internazionale contro l'espulsione di Fabiana Stefanoni
All'ordine del giorno:
- La crisi del capitalismo, le lotte, la sinistra sindacale in Italia: la battaglia per il sindacato di classe.
- Discussione e definizione delle scelte politico-sindacali dell'area.
Stiamo organizzando assemblee locali in preparazione di quella nazionale: invitiamo tutti i compagni che hanno sostenuto la campagna contro l'espulsione a farsi parte attiva nell'organizzazione assemblee locali, in vista dell'incontro nazionale. Potete contattare il coordinamento nazionale di Unire le lotte per ogni necessità.
Chiediamo a tutti i compagni e le compagne che vogliono partecipare all'assemblea nazionale del 04 dicembre di contattarci scrivendoci all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org o al numero di cellulare 3492916878, per comunicare la partecipazione (di singoli o gruppi). Per ragioni logistiche chiediamo a chi intende partecipare di segnalarlo entro il 28 novembre. Stiamo organizzando dalle varie regioni auto per viaggi collettivi.
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DIECI DOMANDE ALL’ESECUTIVO NAZIONALE DI USB
...più l’undicesima domanda, che prova definitivamente il carattere pretestuoso dell’espulsione di Fabiana Stefanoni da Usb
1) Perché i massimi dirigenti di Usb hanno più volte dichiarato (nelle riunioni, al telefono, in mail o sms mandati agli attivisti di Usb nelle scorse settimane) che Fabiana Stefanoni non era stata espulsa da Usb ma solo “sospesa”? Come è possibile leggere nell’allegato 1, Fabiana Stefanoni ha ricevuto una “revoca con effetto immediato” della sua iscrizione da Usb, il che significa esattamente un’espulsione. Forse con questa bugia (la numero 1 in un ipotetico conteggio) i dirigenti volevano cercare di depotenziare l’appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni in Usb? In ogni caso la sentenza di ultimo grado (pronunciata in contumacia) della cosiddetta Commissione nazionale ha confermato che si tratta di espulsione.
2) Perché i massimi dirigenti di Usb lasciano intendere che Fabiana Stefanoni avrebbe scritto qualcosa di “molto grave”? Forse con questa bugia (la numero 2) si voleva far credere che ci fosse sotto a tutta questa storia qualche nefandezza che era meglio non dire a chiare lettere? Ognuno può giudicare leggendo l’allegato 2 se il testo che Fabiana Stefanoni ha scritto e inviato via mail a un numero limitato di colleghi e compagni è, come sostengono i dirigenti di Usb, “lesivo dell’immagine di Usb” e giustifica un’espulsione.
3) Perché i massimi dirigenti di Usb hanno in varie occasioni negato che l’adesione di Fabiana Stefanoni allo sciopero dei lavoratori immigrati del 15 aprile, indetto da Cub e Si.Cobas, fosse uno dei motivi che hanno determinato la sua espulsione da Usb? Forse con questa bugia (la numero 3) si voleva rimuovere l'indifendibile testo di Betti e altri che ha sancito l'espulsione proprio partendo da questo presunto "reato"? Come è possibile leggere nell’allegato 3, nel provvedimento di espulsione del Coordinamento regionale Usb Pubblico Impiego Emilia Romagna tra le prime cose si stigmatizza il fatto che Fabiana Stefanoni ha dichiarato che gli attivisti della Usb Scuola di Modena “hanno deciso di aderire a una giornata di sciopero indetto da un’organizzazione sindacale diversa da Usb”. Il riferimento è allo sciopero dei lavoratori immigrati del 15 aprile 2011 (“giornata della collera”).
4) Nel confuso e contraddittorio testo della Commissione nazionale di garanzia di Usb (si veda l’allegato 4), nel quale si conferma l’espulsione, si dice che Fabiana Stefanoni avrebbe ricevuto un invito a inviare immediata rettifica al sito Scuola Magazine (un sito dedicato alle tematiche della scuola che aveva pubblicato il testo della mail “incriminata”) e che il rifiuto di inviare la rettifica sarebbe stato causa di espulsione. Perché la Commissione nazionale di garanzia “non si è accorta” che la raccomandata con l’invito a rettificare è stata mandata a Fabiana Stefanoni dopo l’espulsione e non prima, come è possibile constatare dalla data impressa sulla diffida stessa (data successiva a quella dell’espulsione? Si confronti l’allegato 3, cioè il testo dell’espulsione, che reca la data del 21/04, con l’allegato 5, cioè la diffida, che reca la data del 27/04)? Forse con questa bugia (la quarta) si voleva accreditare l'idea che l'espulsione era stata un atto dovuto di fronte alla mancata collaborazione di Fabiana Stefanoni (che in realtà aveva chiesto al sito Scuola Magazine di rimuovere la mail subito dopo aver saputo della pubblicazione)?
5) Perché i vertici di Usb affermano che Fabiana Stefanoni, chiedendo di donare il 5 per mille alla Onlus antirazzista, avrebbe arrecato grave danno al sindacato? Sono tanti i siti di Usb e i Caf di Usb che invitano a donare il 5 per mille a un’altra Onlus, la Onlus Iside. Perché dovrebbe quindi essere “gravemente lesivo dell’immagine del sindacato” nonché motivo di espulsione la richiesta di donare il 5 per mille a una Onlus antirazzista? Nel provvedimento di espulsione si dice che la Onlus è “di riferimento di un partito” (il Pdac) solo perché collabora anche con il Pdac (organizzazione politica da sempre attenta alle tematiche antirazziste): sarebbe come affermare che la Onlus Iside a cui i siti e i Caf di Usb invitano a versare il 5 per mille è “di riferimento” del gruppo dirigente di RdB/Usb solo perché ha sede nella stessa via di una sede nazionale di RdB/Usb. Forse con questa bugia calunnionsa (la quinta) si voleva alludere a imprecisati interessi economici di Fabiana Stefanoni (qualche decina di euro per una Onlus, nel caso in cui chi ha ricevuto l'invito lo avesse accolto), gettando così fango contro una compagna precaria che da anni fa attività sindacale senza nessun tornaconto personale (la sua attività sindacale è stata solo causa di ulteriore discriminazione sul lavoro) né tanto meno economico (per la costruzione di Usb ha sempre pagato di tasca sua treni, benzina, volantini e persino i giorni di permesso non retribuito a scuola per partecipare al congresso di Usb)?
6) Perché i vertici di Usb omettono di dire che nella riunione degli attivisti di Usb di Modena in cui si è deciso di sostenere il progetto della Onlus antirazzista a Modena di aprire una propria sede (per avviare progetti di alfabetizzazione, da offrire anche come spazio per le riunioni dei sindacati di base, tra cui Usb) era presente un membro del Coordinamento regionale Usb Pubblico Impiego dell’Emilia Romagna, precisamente la delegata di Modena del Pubblico Impiego? Forse perché con questa bugia (la sesta) si poteva sostenere l’accusa falsa a Fabiana Stefanoni di non aver informato il Coordinamento regionale di questa decisione?
7) Nel testo della Commissione nazionale di Garanzia di Usb si afferma che Fabiana Stefanoni si sarebbe rifiutata di “arrivare a un chiarimento con la struttura regionale dell’Usb Emilia Romagna, formalmente richiesto telefonicamente dal signor Massimo Betti”. E siamo così alla bugia numero 7, che unisce mezze verità a mezze falsità. Perché effettivamente una telefonata del "signor Massimo Betti" (membro dell’Esecutivo nazionale di Usb e firmatario dell'espulsione) c'è stata: ma è stata successiva (ripetiamo: successiva)all’atto di espulsione da parte del Coordinamento Regionale Usb P.I. Perché si cancella così il fatto gravissimo che Fabiana Stefanoni ha ricevuto la notifica dell’espulsione senza prima essere stata chiamata adifendersi? Soprattutto, perché non si specifica che Massimo Betti nella suddetta telefonata ha sì proposto un incontro ma ventilando la minaccia che il sindacato avrebbe fatto una “denuncia penale” ai danni di Fabiana Stefanoni? Veramente l’Esecutivo Nazionale di Usb pensa che sia un mezzo lecito per un sindacato di lotta denunciare penalmente i propri attivisti, in questo caso tra l’altro una compagna precaria della scuola in lotta contro i tagli? Quell’incontro aveva forse l’intento di indurre Fabiana Stefanoni a rinunciare a rendere pubblica l’espulsione?
8) Nel testo della Commissione di Garanzia di Usb si afferma che la mancata partecipazione di Fabiana Stefanoni a questo incontro con Betti (incontro, ripetiamolo di nuovo, successivo all’espulsione) “denota la volontà di non voler realmente trovare una soluzione ai problemi posti alla base del procedimento di revoca dell’iscrizione all’Usb P.I., anche al fine di voler trasformare questo caso (...) in una vicenda di persecuzione politica come sostenuto dalla campagna messa in campo a sua difesa”. Se capiamo bene: la Commissione di Garanzia di Usb afferma che l’espulsione di Fabiana Stefanoni da Usb è giustificata, tra l’altro, da una non meglio specificabile “volontà” della compagna di non voler discutere di questioni penali con Massimo Betti al fine di avere un pretesto per imbastire la campagna per il reintegro. E con questo siamo alla bugia numero 8, una delle più grottesche, che pretende di capovolgere la realtà e affermare che chi è stato vittima dell'espulsione in definitiva se la è cercata, mentre chi ha espulso è la vera vittima. Chiediamo alla Commissione nazionale di Usb se i suoi membri si sono formati alla stessa scuola del Tribunale della Santa Inquisizione.
9) I massimi dirigenti di Usb negano che l’espulsione di Fabiana Stefanoni sia un fatto “politico”, che sia cioè dovuta al fatto che la compagna ha sempre portato in Usb posizioni critiche, dando vita, insieme ad altri, a Unire le lotte – Area Classista Usb. Mai bugia (il conto ci porta a nove) ha avuto le gambe più corte. Basta leggere l'allegato numero 6 per vedere come, fin dalla nascita di Usb, Fabiana Stefanoni ha subito nel sindacato emarginazione e esclusione persino dalle riunioni nazionali del suo settore. Il comunicato che riportiamo è una lettera su carta intestata dei dirigenti della Usb Scuola, dove si spiega che Fabiana Stefanoni, proprio perché ha espresso nelle riunioni opinioni non conformi a quelle dei vertici di Usb Scuola, deve essere esclusa dalle riunioni nazionali del suo settore (si tratta, tra l’altro, di un testo scritto più di un anno fa, all’indomani di un’importante lotta dei precari della scuola di Modena coordinata proprio da Fabiana Stefanoni).
10) Nel testo della Commissione nazionale di garanzia di Usb si afferma, quasi fosse un’aggravante, che Fabiana Stefanoni non ha presenziato alla riunione della Commissione di garanzia nazionale che ha respinto il suo ricorso “sebbene invitata ad essere presente”. La Commissione di garanzia afferma anche che non sarebbero “tanto meno” pervenute le integrazioni al ricorso preannunciate da Fabiana Stefanoni. Per questo, la Commissione di garanzia ha proceduto a “garantire” Fabiana Stefanoni in sua assenza, alla presenza invece... di due esponenti dell’organismo che l’ha espulsa. E' l'ultima bugia che citiamo, la numero 10 (ma volendo si potrebbe continuare con un'altra dozzina). Premesso che il diritto alla difesa è, appunto, un diritto, non un dovere; premesso che questo diritto è stato inibito a Fabiana Stefanoni prima della sua espulsione; come è possibile constatare leggendo l’allegato 7, Fabiana Stefanoni ha cercato di concordare la data dell’audizione per il procedimento di ultimo grado, ma questa possibilità le è stata negata. Allora la compagna si è detta disponibile a fornire “eventuale documentazione” a integrazione del ricorso. Ma la Commissione non ha mai richiesto altra documentazione specifica, né ha mai cercato di verificare le tante palesi discrepanze che di per sé avrebbero dovuto portarla ad annullare l'espulsione. Appunto perché, evidentemente, l'espulsione non è stata decisa dalle varie commissioni cosiddette di garanzia ma direttamente dai vertici di Usb.
Ma è l’undicesima domanda quella che smaschera definitivamente il carattere pretestuoso dell’espulsione di Fabiana Stefanoni da Usb!
11) Nonostante Fabiana Stefanoni sia stata espulsa in primo grado (cioè dal Coordinamento regionale Usb P.I. dell'Emilia Romagna, sotto la direzione di Massimo Betti) per aver aderito allo sciopero dei lavoratori immigrati del 15 aprile 2011 e per aver utilizzato un indirizzo “non autorizzato” (queste le accuse riportate nel provvedimento che mettiamo a disposizione dei nostri lettori) la Commissione nazionale di garanzia ha riconosciuto che questi elementi non erano tanto gravi da costituire causa di espulsione (forse perché tanti iscritti del sindacato si ribellerebbero a questa aberrazione?). Così la Commissione ha scritto che “l’effettivo elemento centrale del provvedimento di decadenza da iscritta” è “il comunicato pubblico sul sito Scuola Magazine, sito molto frequentato dagli operatori del settore, che all’origine del provvedimento in oggetto”. Ora, Fabiana Stefanoni, nel ricorso e nell'audizione di primo grado, aveva specificato che il testo da lei scritto non era un comunicato stampa, ma una mail e per di più inviata a un ristretto numero di indirizzi e-mail. Viceversa la Commissione di garanzia scrive che “contrariamente a quanto afferma la sig.ra Stefanoni, quello pubblicato sul sito Scuola Magazine è stato pubblicato sul sito come comunicato stampa, mentre non è conosciuta a questa organizzazione la e-mail circolare da lei indicata”
E qui siamo alla undicesima bugia che maschera in questo caso la desolante verità: è in effetti vero che la Commissione non conosce la mail che ha scambiato per un comunicato stampa. Ma non la conosce appunto perché non ha ritenuto necessario informarsi né presso la Stefanoni né presso i gestori del sito Scuola Magazine. Se lo avesse fatto, avrebbe scoperto che la "prova regina" su cui si basa tutto il castello di menzogne non esiste. Se la Commissione ritiene (come è scritto nel provvedimento) che “l’effettivo elemento centrale” che ha portato all'espulsione sia il fatto che Fabiana Stefanoni avrebbe mandato un comunicato stampa con il simbolo di Usb ripreso dal sito Scuola Magazine, allora vuol dire che non c’è alcun motivo per confermare l’espulsione di Fabiana Stefanoni. Infatti, come ha dichiarato in queste ore il gestore del sito Scuola Magazine, Fabiana Stefanoni non ha mandato alcun comunicato stampa né alcun testo su carta intestata di Usb. Riportiamo qui sotto la dichiarazione che il gestore di questo sito ha diffuso avendo saputo che il sito è stato, suo malgrado, causa dell'espulsione. Ecco la prova definitiva del carattere pretestuoso dell’espulsione di Fabiana Stefanoni da Usb.
Tutti gli elementi citati erano a disposizione della Commissione di garanzia di Usb ma sono stati volutamente ignorati: evidentemente i membri della Commissione avevano chiaro che il compito loro affidato era solo quello di convalidare l'espulsione senza chiarire alcunché. Ora che è caduta anche l'ultima accusa (già di per sé risibile) sarebbe interessante sapere: cosa ha da dire l'Esecutivo nazionale di Usb?
Noi pensiamo che la risposta a tutte queste domande sia una sola: Fabiana Stefanoni è stata espulsa da Usb perché è la coordinatrice nazionale della minoranza interna, Unire le lotte – Area Classista Usb. Con Unire le lotte ha portato nel sindacato parole d’ordine quali: l’unità del sindacalismo di base; il superamento del settarismo negli scioperi; la necessità dello sciopero a oltranza. Sono parole d’ordine che hanno trovato spesso appoggio e condivisione tra gli attivisti di Usb, per questo l’Esecutivo nazionale, come già aveva deciso di annullare d’imperio in Veneto le riunioni dove le proposte di Unire le lotte avevano ottenuto la maggioranza dei consensi, così ha deciso di colpire tutta l’area espellendone la coordinatrice. Si tratta di un atto gravissimo di violazione dei principi minimi della democrazia sindacale, che non può che gettare un’ombra sulla storia del sindacalismo di base: un sindacalismo che dovrebbe essere, appunto, espressione anzitutto della base, non di un minuscolo gruppo dirigente che pensa prima di tutto a preservare sé stesso.
LA PRECISAZIONE DEL SITO SCUOLA MAGAZINE
In merito allo spiacevole episodio dell'espulsione di Fabiana Stefanoni dal sindacato ci teniamo a precisare:
Il sottoscritto Giuseppe Piro,
gestore ed editore del sito Scuola Magazine, avendo saputo che è ritenuto motivo di espulsione di Fabiana Stefanoni la pubblicazione sul nostro sito di un testo da lei scritto, precisa quanto segue:
- che Fabiana Stefanoni non ha inviato alcun comunicato stampa al sito Scuola Magazine;
- che Fabiana Stefanoni non ha inviato alcun comunicato contenente il simbolo di Usb;
- che il sottoscritto Giuseppe Piro ha effettivamente ricevuto una mail a firma Fabiana Stefanoni dell’Usb Scuola di Modena (mail non recante alcun simbolo di Usb né la dicitura “comunicato stampa”) che riportava la notizia di un fatto riguardante i precari della scuola di Modena. La mail stessa è stata per nostro errore pubblicata sul sito Scuola Magazine: è nostra responsabilità l’aver utilizzato la dicitura “comunicato stampa” e il simbolo di Usb;
- di aver ricevuto da Fabiana Stefanoni, in data 27 aprile 2011, la richiesta di rimuovere dal sito Scuola Magazine il testo della sua mail, cosa che è stata immediatamente fatta;
Si è trattato di un errore involontario e in buona fede: siamo soliti pubblicare le notizie che interessano il mondo della scuola, per questo, avendo giudicato interessante la notizia contenuta nel testo scritto da Fabiana Stefanoni (un testo che peraltro non ci pareva contenesse nulla di sconveniente), siamo stati indotti a una frettolosa pubblicazione.
Ci spiace in particolare che un nostro errore sia stato tra le cause dell’espulsione di una precaria della scuola dal suo sindacato, auspichiamo quindi che la pubblicazione del testo di Fabiana Stefanoni sul nostro sito, essendo nostra responsabilità, non sia considerata causa di espulsione.
Giuseppe Piro – Scuola Magazine
CONSULTAZIONE ALLEGATI (Formato PDF):
ALLEGATO 1
ALLEGATO 2
ALLEGATO 3
ALLEGATO 4
ALLEGATO 5
ALLEGATO 6
ALLEGATO 7
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I VERTICI DI USB CONFERMANO L’ESPULSIONE DI FABIANA STEFANONI
Totalmente ignorato lo straordinario risultato della campagna internazionale per il reintegro: centinaia di firme di attivisti di Usb e di altri sindacati sono state cestinate dai vertici di Usb.
La grave e palese violazione dei più elementari principi di democrazia sindacale in Usb costituisce un duro colpo a tutto il sindacalismo conflittuale: la base del sindacato deve farsi sentire.
Unire le lotte organizza assemblee in tutta Italia:
scrivici (unirelelotte@sindacatodiclasse.org) per organizzarne una anche nella tua città.
Nonostante il grande successo della campagna per il reintegro di Fabiana Stefanoni - attivista delle lotte dei precari della scuola e coordinatrice nazionale della minoranza interna “Unire le lotte-Area Classista Usb” - i vertici di Usb hanno deciso di confermare l’espulsione della compagna.
La cosiddetta Commissione Nazionale di Garanzia di Usb (ultima istanza di giudizio) ha giudicato Fabiana Stefanoni in contumacia, rifiutandosi di concordare una data per l’audizione; ha prodotto un testo pieno di accuse false e tra loro contraddittorie con il quale si espelle definitivamente da Usb una compagna riconosciuta per il suo impegno in prima fila a difesa dei lavoratori e delle lotte, come ha dimostrato anche il successo della campagna per il reintegro che ha visto il sostegno di centinaia di attivisti di Usb e di altri sindacati, in Italia e internazionalmente, di comitati di lotta e strutture di classe.
Unire le lotte – Area Classista Usb vuole anzitutto ringraziare proprio le centinaia di compagni e compagne che hanno sostenuto questa campagna. La sigla Usb significa Unione sindacale di base: questa vicenda ha dimostrato che per i vertici la base del sindacato conta ben poco. Vogliamo ricordare che la richiesta di ritiro del provvedimento di espulsione non è venuta solo dalla nostra area. Anche attivisti e dirigenti che sostengono posizioni spesso diametralmente opposte alle nostre hanno richiesto il ritiro del provvedimento di espulsione giudicandolo grave e del tutto ingiustificato (pensiamo, ad esempio, alla componente interna a Usb che fa riferimento a un’area dei centri sociali che ha diffuso un testo con raccolta firme in cui chiedeva la “revoca del provvedimento”). Con la conferma del provvedimento di espulsione i vertici di Usb, eletti in un congresso che non prevedeva nemmeno il confronto tra documenti politico-sindacali differenti, di fatto negano qualsiasi caratterizzazione del sindacato come sindacato di base: gli attivisti e gli iscritti non hanno voce in capitolo, i vertici decidono tutto.
Facciamo appello a tutti coloro che hanno sostenuto la campagna per il reintegro, ma più in generale a tutti i lavoratori e gli attivisti delle lotte che hanno a cuore le sorti del sindacalismo conflittuale in Italia, a mandare mail di protesta all’Esecutivo nazionale di Usb (usb@usb.it), che ha voluto questa espulsione al solo scopo di eliminare una componente interna ritenuta “scomoda”. Ci chiediamo se il tentativo di zittire Unire le lotte non sottintenda l’intento di traghettare il sindacato verso nuovi pericolosi lidi, in una nuova stagione di “dialogo” con il cantiere aperto di un futuro governo di centrosinistra (al fine di ristabilire qualche piccolo privilegio perduto per qualche dirigente). Solo così possiamo spiegarci l’accanimento dei vertici contro la nostra componente interna.
Soprattutto, chiediamo agli attivisti di Usb che ci hanno sostenuti in questa campagna, di porre all’ordine del giorno, nelle assemblee locali del sindacato, la questione dell’espulsione; di votare, in ogni riunione, ordini del giorno che chiedano l’annullamento del provvedimento di espulsione; di organizzare, a livello locale, assemblee aperte a tutti coloro che credono che la democrazia sindacale non sia un optional, ma la linfa stessa di un sindacato, soprattutto di un sindacato che si dice alternativo al sistema dei sindacati concertativi. Sappiamo che tanti degli attivisti di Usb che hanno sostenuto la campagna per il reintegro hanno ricevuto pesanti pressioni dai vertici di Usb, i quali non hanno esitato a usare falsità e calunnie, negando la realtà dei fatti e costruendo un castello di bugie che non regge nemmeno a una rapida lettura dei testi di questo processo kafkiano (testi che pubblicheremo integralmente sul nostro sito www.sindacatodiclasse.org nei prossimi giorni).
Questa vicenda, a nostro avviso, chiude una pagina del sindacalismo di base, e ne apre un’altra. Crediamo che solo con la crescita, anche nel nostro Paese, delle lotte sarà possibile mettere veramente in discussione i piccoli apparati che antepongono la propria autoconservazione all’esigenza di far crescere il sindacato nei luoghi di lavoro sulla base di una reale democrazia interna. Ma qualche potere gli iscritti e gli attivisti dei sindacati ancora ce l’hanno: quello di ribadire sempre - in ogni riunione, in ogni lotta, in ogni assemblea - che i sindacati sono prima di tutto dei lavoratori in lotta, e non degli apparati. Senza democrazia sindacale ogni sindacato, anche quello più combattivo, è destinato a finire in un vicolo cieco e a non servire alla crescita delle mobilitazioni.
Per Unire le lotte – Area Classista Usb la battaglia non si ferma qui. Organizzeremo già nelle prossime settimane assemblee dell’area aperte a tutti coloro che non si arrendono davanti al delirio di onnipotenza di un piccolissimo gruppo dirigente che considera il sindacato come proprietà personale. Tanto più in questa nuova fase, caratterizzata da un attacco senza precedenti del governo e dei padroni contro i lavoratori, ma anche dalla ascesa delle lotte, dai Paesi arabi all’Europa, crediamo che i temi che Unire le lotte ha sostenuto in questi mesi siano più che mai attuali: l’unità del sindacalismo di base nella prospettiva di un unico grande sindacato di classe (che unifichi anche i settori classisti negli altri sindacati); l’unità nelle lotte di tutta la classe lavoratrice, a partire dall’unità tra i lavoratori immigrati e nativi; il superamento del settarismo negli scioperi; l’indipendenza sia dai governi di centrodestra che da quelli di centrosinistra, in una prospettiva anticapitalista.
Il Coordinamento Nazionale di Unire di Lotte – Area Classista Usb
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LETTERA ALL'ESECUTIVO
NAZIONALE DI USB
All'Esecutivo nazionale di Usb
Cari compagni, cari compagne
vi mandiamo con questa mail il testo dell'appello che la nostra area ha promosso, insieme a decine di attivisti e dirigenti del sindacalismo conflittuale, per chiedere il reintegro della compagna Fabiana Stefanoni in Usb. Come potete vedere, l'appello è stato sottoscritto in poche settimane da centinaia di attivisti sindacali, protagonisti delle lotte, operai, comitati di lotta italiani ed esteri. Tra le firme, anche quelle di tanti delegati, dirigenti e militanti del nostro sindacato Usb.
Venerdì 9 settembre si riunirà la Commissione di garanzia confederale che dovrà valutare il ricorso che la compagna ha presentato per chiedere il ritiro dell'espulsione: nel ricorso la compagna Fabiana Stefanoni dimostra in modo inequivocabile che non esistono fatti tali da configurare provvedimenti disciplinari. Peraltro, che tutta questa vicenda non abbia nessun presupposto disciplinare risulta evidente a centinaia di compagni e compagne firmatari del nostro appello.
Proprio per questo, pensiamo che l'Esecutivo nazionale non possa continuare a tacere su questa vicenda, che riguarda la democrazia interna e il futuro del sindacato. E' quindi necessario che l'Esecutivo intervenga per chiedere non solo la revoca del provvedimento di espulsione, ma anche per porre all'ordine del giorno in Usb il riconoscimento di aree e posizioni differenti da quelle espresse dall'attuale gruppo dirigente, al fine di un reale confronto democratico che può solo giovare alla crescita del nostro sindacato. E' quanto oggi chiedono tanti compagni che quotidianamente costruiscono nelle lotte Usb.
Unire le lotte – Area Classista Usb
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E' GIA' UN SUCCESSO LA CAMPAGNA PER IL REINTEGRO DI FABIANA STEFANONI IN USB
Potete leggere qui sotto l'appello per il reintegro di Fabiana Stefanoni in Usb, con le adesioni raccolte fino ad oggi. Come potete vedere, sono centinaia le adesioni arrivate in poche settimane, in gran parte dirigenti e attivisti del sindacalismo conflittuale (Usb, Cub, Cobas, Si.Cobas, Fiom, ecc), protagonisti delle lotte operaie, precari, studenti, lavoratori del pubblico impiego. Sono molte anche le adesioni arrivate dall'estero: membri della Segreteria Esecutiva Nazionale della CPS Conlutas del Brasile (il più grande sindacato di base dell'America Latina); dirigenti dei Cobas di Spagna; dirigenti delle lotte dei minatori peruviani (tra cui Pedro Condori Laurante e Rony Cueto, leader storici dei minatori peruviani, più volte incarcerati per le loro battaglie in difesa degli operai); attivisti sindacali portoghesi; dirigenti sindacali inglesi; dirigenti (tra cui il presidente e il vicepresidente) e operai dell'Unione dei metalmeccanici di Sao Jose dos Campos (il principale polo industriale del Brasile, dove c'è la General Motors); professori universitari (tra loro il noto storico brasiliano del movimento operaio Valerio Arcary). Sono tanti anche i comunicati di solidarietà arrivati, che potete leggere qui sotto.
Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto la campagna (che si concluderà a inizio settembre) e chiediamo a chi non l'ha ancora fatto di firmare l'appello mandando una mail a unirelelotte@sindacatodiclasse.org , indicando nome, cognome, lavoro, città, eventuale sindacato di appartenenza.
Il Coordinamento nazionale di Unire le lotte – Area Classista Usb
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SOLIDARIETA' A FABIANA STEFANONI
CONTRO LA SUA ESPULSIONE DA USB
PER LA DEMOCRAZIA SINDACALE
appello di attivisti di sindacati e movimenti, comitati di lotta, lavoratori, giovani
Noi, attivisti in differenti sindacati o movimenti, lavoratori e giovani impegnati nelle lotte politiche e sociali, manifestiamo la nostra solidarietà a Fabiana Stefanoni, espulsa dal suo sindacato, Usb.
Fabiana Stefanoni è da anni in prima fila nelle lotte sindacali, sociali e politiche per la difesa degli interessi dei lavoratori. E' una insegnante precaria che, esponendosi alle ritorsioni sul suo luogo di lavoro, ha svolto un ruolo importante nelle mobilitazioni dei precari della scuola contro le politiche della Gelmini, coordinando il Coordinamento Precari della Scuola di Modena che ha dato vita a un'importante lotta di rilievo nazionale.
I motivi formali dell'espulsione (peraltro comunicata con raccomandata, senza nemmeno ascoltare prima le ragioni della compagna) appaiono assurdi: non si espelle da un sindacato un lavoratore perché partecipa a uno sciopero in difesa degli immigrati (solo perché indetto da sindacati diversi dal proprio) o perché si adopera nella sua città per cercare una sede che ospiti anche il proprio sindacato (solo perché in assenza di una formale autorizzazione dai vertici).
Evidentemente altri devono essere i motivi reali dell'espulsione. Certo è che la compagna esprime in Usb una linea in dissenso con quella dell'Esecutivo del sindacato, essendo coordinatrice di Unire le lotte - area classista in Usb, minoranza interna favorevole all'unificazione delle lotte di tutti i lavoratori.
La nostra protesta contro questa espulsione e la solidarietà che esprimiamo alla precaria Fabiana Stefanoni prescindono da ogni considerazione sul merito delle sue posizioni sindacali, che alcuni di noi condividono e altri no. Infatti, al di là delle opinioni specifiche, riteniamo grave che un sindacato - qualunque sindacato voglia rappresentare le lotte dei lavoratori - espella dalle proprie file una lavoratrice in lotta. Noi tutti pensiamo, al di là delle rispettive collocazioni, che in ogni sindacato dei lavoratori vada rispettato il diritto dei lavoratori ad esprimere liberamente le proprie opinioni e proposte. La democrazia sindacale è un bene che va tutelato da tutti e in ogni luogo. Pertanto noi sottoscritti chiediamo che l'espulsione sia annullata e che Fabiana Stefanoni venga reintegrata nel suo sindacato.
SCARICA L'APPELLO E IL MODULO PER LA RACCOLTA FIRME IN FORMATO PDF:
APPELLO
MODULO PER LA RACCOLTA FIRME
Primi firmatari dall'Italia:
Patrizia Cammarata - Usb Vicenza, Rsu Comune di Vicenza
Maria Teresa Turetta - Resp. Enti Locali Usb Vicenza
Vincenzo Laschera - Università di Verona, Esecutivo regionale Usb Veneto, Consiglio naz. P.I.
Valerio Fioravanti - Coordinamento nazionale Vigili del Fuoco Usb
Emanuele Pezzi - operaio Marcegaglia, Esecutivo prov. Usb Privato Cremona
Elvis Fischetti - operaio Fiat, Rsu Ferrari Modena
Paolo Ventrella - operaio Fiat, Rsu Ferrari Modena
Massimo Lettieri - delegato lavoratori cassintegrati della Maflow, segretario prov. FLMUniti-Cub Milano
Fabrizio Portaluri - operaio Pirelli, Direttivo nazionale Allca-Cub
Cosimo Scarinzi - Coordinatore nazionale Cub
Moustapha Wagne - membro della Segreteria del Comitato Immigrati in Italia
Tahar Sellami - membro della Segreteria del Comitato Immigrati in Italia
Aldo Milani - Coordinatore nazionale Si.Cobas
Orietta Totti - Coordinamento regionale Sanità Usb Veneto
Stefano Capello - Coordinatore regionale Cub Piemonte
Gianfranco Maser - Esecutivo prov. Usb Latina, Coordinamento regionale settore igiene ambientale Usb Lazio
Stefano Micheletti - Cobas Scuola Venezia
Francesco Carbonara - Fiom Cgil, direttivo aziendale OM Bari
Stefano Bonomi - Coordinamento provinciale Usb Bergamo
Corrado Papagno - Segreteria nazionale Allca-Cub, delegato Rsu
Vincenzo Pecorella - Coordinatore FLMUniti-Cub Bari
Marcello Scialpi - Rsa Cobas All Service Nardò, Lecce
Mauro Mongelli - Cobas Telecom Bari
Massimiliano Dancelli - Fiom Cgil Cremona
Potito Aliani - Rsu Fiom Cgil Treviso
Giampiero Vergata - dipendente comunale, Slai Cobas Milano
Coordinamento Migranti Verona
Emilio Danieli - portavoce Comitato operai contro l'amianto, Latina
Rocco Panico - Comitato di lotta lavoratori Adelchi, Lecce
Primi firmatari dall'estero:
Angel Luis Parras - membro Commissione intercategoriale Cobas, Madrid, Spagna
Narcisa Pijal - presidente ATRAIE, Associazione dei Lavoratori Immigrati di Spagna
Rony Cueto - segretario generale Minatori della Shougang, Perù
Pedro Condori Laurante - segretario generale Minatori di Casapalca, Perù
Rosa Torres Sastre - Comitato di fabbrica Ups Vallecaas, Cobas, Spagna
Guillerma Silva - Comitato di fabbrica Magneti Marelli, CCOO (Comisiones Obreras), Spagna
Roman Rustichelli - Comitato di fabbrica Tmb (Trasporti Urbani Barcellona), Cgt, Spagna
Martin Ralph - vicepresidente Liverpool Tuc, Università di Liverpool, Gran Bretagna
Carlos Paredes - segretario generale Sindacato Tessili San Cristobal, Perù
Enrique Pirobe Cañas - Comitato di fabbrica Valoriza S.A., Cgt, Spagna
Alfonso Araque - Corrente Sindacale dell'Azienda Municipale dei Trasporti (Emt), Spagna
Juan Carlos Pérez - Comitato di fabbrica Altair Impresia Iberica, Spagna
Fulgencio Ruiz H .- segretario generale Federazione Lavoratori Disoccupati e dei Campesinos sin Tierra, Arequipa, Perù
Peter Windeler - delegato al Congresso Nazionale Nut, Gran Bretagna
Lidia Giron Mejia - segretaria generale sindacato Hospital H., Unanue, Perù
Antolín Huáscar Flores - presidente Conf. Nazionale Agraria, Perù
Paul Humphreys - Unite Branch Liverpool, delegato del Liverpool Tuc, Gran Bretagna
PER LEGGERE LE NUOVE FIRME ARRIVATE
CLICCA QUI
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COMUNICATI DI SOLIDARIETA'
I comunicati di solidarietà vanno mandati all'indirizzo unirelelotte@sindacatodiclasse.org
COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DELL'UNIONE METALMECCANICI DEL BRASILE
Nella riunione del 28 giugno i membri dell'Unione metalmeccanici della regione di Sao Jose dos Campos hanno approvare una mozione di solidarietà con Fabiana Stefanoni, vittima della mancanza di democrazia operaia nel suo sindacato. Il nostro sindacato rivendica una lotta continua contro il capitalismo e rivendica la democrazia sindacale come metodo di lavoro interno ai sindacati.
Sosteniamo la lotta dei lavoratori italiani e immigrati contro gli attacchi del capitalismo!
In difesa della democrazia operaia dell'internazionalismo!
Unione Metalmeccanici della regione di Sao Jose dos Campos – Brasile
(Sao Jose dos Campos è il principale polo industriale del Brasile, dove ci sono le principali fabbriche metalmeccaniche del Paese, tra cui la General Motors, ndr)
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DELL' USTRIAL
Union Sindacal de Trabajadores de la Industria Alimenticia (Colombia)
Bogotà, Colombia, 22 giugno 2011
Alla Direzione sindicale di USB
Italia
Siamo venuti a conoscenza dell'espulsione della compagna Fabiana Stefanoni dall'organizzazione sindacale da voi diretta, con l'accusa di aver aderito a uno sciopero indetto dal Comitato degli Immigrati e da altri sindacati di base (Cub e Si. Cobas), di aver cercato di costruire una struttura di lavoratori della pubblica istruzione a Modena e di aver cercato di aprire una sede per realizzare lavoro sindacale in questa città (insieme ad altri attivisti sindacali) chiedendo ai lavoratori di conferire il 5‰ delle loro imposte (comprendiamo che si tratta di un meccanismo fiscale grazie al quale lo Stato rinuncia allo stesso trasferendolo ad associazioni senza scopo di lucro) perché venisse assegnato ad un'associazione antirazzista con la finalità di permetterle di aprire una sede da poter destinare anche al servizio dei lavoratori in lotta.
Non comprendiamo come possa essere sanzionata con l'espulsione una dirigente sindacale che realizza attività di organizzazione dei lavoratori, di solidarietà con le lotte e gli immigrati. Se ci avessero detto che quest'attacco era stato posto in essere da un sindacato giallo o filogovernativo, avremmo compreso. Ma è sorprendente che sia un'organizzazione come USB, che vuole essere diversa da questi sindacati, a fare ciò.
Per il rafforzamento di USB e l'unità dei lavoratori italiani nella loro lotta contro i piani del governo e i padroni, è necessario reintegrare nel sindacato la compagna Fabiana Stefanoni, abbandonando questi metodi sbagliati da parte della direzione di Usb
Cordialmente.
Fredys Marrugo
Presidente
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DEL PST
Partito Socialista dei Lavoratori della Colombia
Bogotà, Colombia, 22 giugno 2011
Alla Direzione sindacale dell'USB
Italia
Siamo venuti a conoscenza dell'espulsione della compagna Fabiana Stefanoni dall'organizzazione sindacale da voi diretta (...).
Non ammettiamo che possa sanzionarsi con l'espulsione una attivista sindacale per aver cercato di costruire un nucleo di lavoratori sindacalizzati e per aver aderito pubblicamente a uno sciopero dei lavoratori immigrati. Si tratta di metodi che vengono utilizzati dai sindacati al servizio dei padroni e dei governi, non dai sindacati che, come Usb, dicono di essere diversi dai sindacati filopadronali.
Per il rafforzamento del sindacalismo di base in Italia, per favorire l'unità dei lavoratori italiani nella loro lotta contro i piani del governo e dei padroni è necessario reintegrare la compagna Fabiana Stefanoni nell'organizzazione sindacale: l'Esecutivo di Usb abbandoni questi metodi profondamente sbagliati.
Partito Socialista dei Lavoratori della Colombia (PST)
Comitato Esecutivo
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DELLO SPAZIO GUERNICA DI MODENA
Lo spazio Guernica, in tutte le sue componenti, vuole esprimere piena solidarietà e sostegno alla compagna Fabiana Stefanoni per il grave atto subito.
Non possiamo dimenticare la stagione di lotte all'interno delle scuole e della città che ha visto unirsi la nostra militanza con la sua e ha portato all'interno del mondo della scuola modenese un'organizzazione che ha messo in crisi tutto il sistema, con scioperi e mobilitazioni con studenti e docenti uniti nel rivendicare i propri diritti.
Questo atto dimostra l'ennesima debolezza di apparati sindacali chiusi in se stessi ma soprattutto chiusi nello loro logiche di potere, incapaci di capire l'importanza di esperienze e idee diverse da quelle che si presuppongono le "linee" del sindacato.
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DALLA FIAT CNH DI MODENA
Pieno sostegno alla compagna Fabiana Stefanoni, esempio di combattività e vigoroso impegno a favore degli interessi della classse operaia in questo paese. Vale la pena sottolineare la sua presenza ai picchetti ai cancelli di tante fabbriche modenesi in lotta, Ferrari, Fiat Cnh, Terim, Maserati, Nacco ecc, facendo valere le idee per la battaglia piuttosto che la sua sigla di appartenenza dando un importante contributo a queste lotte. Vale la pena affermare che nessuno deve essere espulso dalle organizzazioni sindacali e di classe, perché i padroni e i loro collaboratori sindacali (o meno che siano) devono sapere che dietro ad ognuno di questi preziosi militanti, tanti operai, lavoratori, stanno dalla stessa parte della barricata. Fabiana appartiene a pieno diritto a quella parte coerente e fiera della classe che non può né deve essere "liquidata" in quattro e quattr'otto come "bega" organizzativa, guardando i commi di uno statuto. Fabiana è una combattente onesta, puntuale, sempre presente nelle lotte operaie e della sua categoria. Reintegrare Fabiana al suo posto è il minimo che deve fare un'organizzazione che si ritiene di "base" e di "classe", se no ci si morde la coda.
A Modena si dice "le na ciaveda", non si legittimano "stupidate", lasciamole fare ai padroni le scivolate sulle bucce.
Ficiarà Francesco
Operai Fiat Cnh
Modena 27-6-2011
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COMUNICATI DI SOLIDARIETA' DI LAVORATORI DELLA SCUOLA
Mi permetto di spendere due parole sulla compagna Fabiana... insieme a lei abbiamo dato vita a un movimento di lotta dei precari senza precedenti, sia sul web sia nelle manifestazioni e assemblee, dei precari di Modena l'anno scorso, se n'è parlato tanto, eravamo il coordinamento più attivo... è impensabile una sua espulsione da qualsiasi sindacato che dice di lottare con e per noi!
Annamaria Mazzullo
Insegnante precaria della provincia di Modena, Gilda degli insegnanti
Ho conosciuto Fabiana, una vera leonessa, una lottatrice, non facile da trovare in noi comuni mortali... Con Fabiana e per Fabiana contro la sua espulsione.
Francesco Casale
Ass. Difesa Scuola pubblica Vicenza
Dopo aver letto la sua intervista su Indymedia, esprimo la mia totale solidarietà a Fabiana Stefanoni per essere stata espulsa dall'Usb. Sono un maestro elementare, iscritto alla Cub Scuola... ma che fa sempre TUTTI gli scioperi indetti da TUTTI i sindacati. Finora avevo avuto qualche problema coi presidi, ma mai col mio sindacato....
Saluti fraterni e libertari
Robertino Barbieri
Asciano Pisano (PI)
Mi unisco alla sottoscrizione delle firme contro l'espulsione da usb di Fabiana Stefanoni, collega e amica precaria. Come al solito le persone "scomode" vengono allontanate anziché ascoltate!
Simone Olivieri
Docente precario - Liceo Fanti Carpi (Modena)
Conosco Fabiana e sapere che il suo sindacato la ha espulsa mi fa venire voglia di dire "fregatene Fabiana": se il suo sindacato non ha capito chi è fabiana e quanto vale allora è un sindacato con le pezze al culo
Manuel Cecchinato
Rete Precari Scuola Veneto
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DEL COORDINAMENTO MIGRANTI DI VERONA
Noi come gruppo del Coordinamento Migranti di Verona siamo contro l'espulsione della nostra compagna Fabiana Stefanoni dal suo sindacato Usb.
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DI ATTIVISTI USB
Esprimiamo la nostra solidarietà alla compagna Fabiana espulsa ingiustamente da Usb. Il provvedimento di espulsione dal sindacato Usb, di cui Fabiana era militante generosamente attiva, è una conferma della condotta estranea e nemica al sindacalismo di classe della dirigenza di questo sindacato. Le ragioni portate dalla dirigenza a sostegno del provvedimento d'espulsione sollevano il problema della disciplina nel seno di organizzazioni di natura sindacale. In un sindacato di classe vi deve essere piena libertà d'opinione, di formazione di frazioni e correnti, anche “di partito”, e piena libertà di espressione. Ma l'azione degli aderenti, e in particolare dei dirigenti di vario grado e titolo, deve essere disciplinata alle regole che il sindacato si è dato ed alle direttive della dirigenza periodicamente eletta. In sintesi: libertà di espressione e di critica ma disciplina nell'azione. Può darsi che Fabiana abbia trasgredito al dovere di disciplina. Quel che è certo è che gli atti che le sono stati contestati sono stati sollevati dalla dirigenza Usb in modo del tutto strumentale, al solo scopo di colpire e indebolire l'“Area classista Usb”, obiettivo per il quale, in questa occasione e in altre precedenti, è stata proprio la dirigenza Usb a calpestare ogni principio di sana discussione e confronto interno. Da questo episodio è necessario trarre la giusta lezione, sia riguardo all'impostazione del lavoro futuro dell'“Area classista”, in particolare con riferimento alla questione della disciplina, sia relativamente alla battaglia per la ricostruzione del Sindacato di classe, obiettivo per il quale il lavoro interno all'Usb appare, anche in virtù dell'espulsione di Fabiana, sempre più arduo. Chiediamo dunque il reintegro della compagna Fabiana nel suo sindacato e nelle sue funzioni.
Mariopaolo Sami, VVF, Alessandria
Fabio Bertelli, MiBAC, Firenze
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SOLIDARIETA' E RIFLESSIONI DI UN DIRIGENTE DELL'ALLCA-CUB
Come risulta dalle sottoscrizioni del vostro appello il mio nome è tra coloro che hanno inteso esprimere la solidarietà alla compagna Fabiana Stefanoni espulsa da Usb con metodi anti-operai tipici della concezione borghese e dei metodi padronali verso i lavoratori.
Ma voglio poter chiarire la mia solidarietà politica, che intende manifestare ciò che da tempo i compagni della Cub hanno maturato nei confronti dei burocrati stalinisti di Leonardi & C. e che hanno dato vita ad Usb. Costoro hanno un metodo e una concezione lontana dagli interessi di classe dei lavoratori. La loro pratica pseudo-sindacale è reazionaria e da cricca burocratica staliniana, che fa ricorso a metodi padronali di espulsione verso chi si oppone, come Fabiana, senza ricorrere alla dialettica sindacale e all'unità d'azione basate sulle parole d'ordine di una piattaforma rivendicativa che vuole unire le lotte nell'interesse dei lavoratori.
Il reintegro che si chiede nell'appello serve sicuramente a ripristinare le agibilità sindacali di Fabiana, a garanzia della sua funzione sindacale assunta ed al ruolo che responsabilmente nel luogo di lavoro ricopre, esponendosi in prima persona, e che in assenza della copertura sindacale mette a rischio il suo stesso ruolo e funzione tra i lavoratori oltre che la sua posizione di precarietà contrattuale.
Ma onestamente faccio fatica ad intravedere una prospettiva sindacale, anche in funzione dell'interesse dei lavoratori, in una organizzazione come Usb che attua questi metodi staliniani verso singoli compagni che limitano l'agire sindacale. Ricordo che Usb è una scatola vuota senza organismi eletti democraticamente e senza il consenso acquisito dei lavoratori, poiché non è ancora espressione dei luoghi di lavoro di cariche elettive come le Rsu. Usb si regge per il tramite di RdB.
Inoltre, l'azione fatta da taluni quadri piccolo-borghesi di RdB oggi anche Usb è stata che, per poter accrescere il proprio esercizio di poter burocratico, hanno fatto ricorso ai tribunali borghesi contro la Cub con cui era confederata. Tattica antioperaia e piccolo-borghese per incapacità politica e sindacale di risolvere problemi interni all'organizzazione (RdB-Cub pubblico impiego verso Cub privato), per imporre la propria linea sindacale. I comunisti sanno che l'uso dei tribunali borghesi contro gli oppositori politici nei sindacati o nel movimento operaio sono una violazione del principio dell'indipendenza dei lavoratori e un attacco alle forze del movimento operaio. Proprio ciò che Leonardi & C. hanno fatto alla Cub.
Questa è la natura sindacale di questi politicanti stalinisti a cui vanno strappati i lavoratori dall'imbroglio del loro pseudo sindacalismo di base. E non di certo per far accrescere il loro potere burocratico per esercitarlo poi sui loro oppositori.
Piena solidarietà politica e sindacale alla compagna Fabiana Stefanoni.
Fuori da Usb-RdB per costruire un vero sindacato di base e di classe.
Corrado Papagno, segreteria nazionale Allca-Cub e delegato Rsu
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SOLIDARIETA' DEL KOLLETTIVO CSA KAVARNA
Il Kollettivo del CSA Kavarna sta al fianco di Fabiana Stefanoni, espulsa dall'USB per non aver rispettato ordini dei vertici del proprio sindacato. Nel dare la nostra solidarietà, rivendichiamo il diritto di ogni militante di battersi contro qualunque tipo di verticismo e autoritarismo che opprimono compagne e compagni. La spontaneità delle lotte non può essere sorvegliata da una un nucleo verticistico che detta ordini.L'organizzazione delle lotte o è del basso o non è.
Libertà, uguaglianza, orizzontalità! Contro qualsiasi sfruttamento e contro qualsiasi autoritarismo.
Sempre nella lotta - CSA Kavarna, Cremona
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DEL COORDINATORE NAZIONALE DEL SI.COBAS
Non mi sorprende di come in certi sindacati che si dicono di base si proceda alle espulsioni di chi non la pensi nello stesso modo del gruppo “dirigente”. Se un compagno o una compagna, come in questo caso, esprime una divergenza tattica si liquida senza che le sue proposte d'iniziativa politica siano eventualmente rigettate dagli stessi militanti con i quali sviluppa un percorso di lotta. Potrei dire, alla vecchia maniera della scuola del baffone russo. Purtroppo questa pratica opportunista è in uso in vari sindacati, partiti politici di non solo riferimento al ceppo di derivazione apertamente borghese.
Non so quanti iscritti abbia l'USB, ma son sicuro che solo chi è un militante e non nasconde le proprie posizioni è soggetto a subire questo penoso esercizio dell'espulsione: chi ha in mano il pallino non accetta una dialettica interna fatta attraverso il confronto delle idee e delle varie opzioni tattiche.
In questi giorni come S.I. Cobas abbiamo in corso un'azione giudiziaria contro il consorzio CLO che agisce nel sito Billa di Lachiarella per attività antisindacale (tra le altre cose licenziamento di tre dei nostri delegati) e sorpresa, sorpresa l'avvocato Masala (avvocato di qualche sindacato di base solo pochi anni fa) a sostegno dell'azienda porterà in testimonianza a proprio favore, oltre ad un operatore sindacale della CISL, un signore, nostra vecchia conoscenza, di nome Prati militante oggi dell'USB e che lavora presso l'aeroporto della Malpensa. Con questo, non voglio sostenere che la stragrande maggioranza dei militanti dell'organizzazione dell'USB sono dei paraculi opportunisti, ma che sicuramente questo soggetto, che ho citato, non sarà espulso per indegnità morale e politica, ma farà ancora parte del gruppo dirigente di questa organizzazione perché non mette in discussione i rapporti stabiliti al vertice.
Ora per quel che vale, do la mia solidarietà alla compagna Stefanoni, sperando che all'interno della sua organizzazione altri militanti, che conoscono meglio di me la sua attività, la sostengano perché non si disperdano delle energie rivoluzionarie di cui il movimento ha estremo bisogno.
Il coordinatore nazionale S.I. Cobas
Aldo Milani
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COMUNICATO DI SOLIDARIETA' DELLA RETE OPERAIA VALSERIANA
A seguito dell'espulsione dall'Usb della compagna Fabiana Stefanoni, attuata con un chiaro intento intimidatorio verso ogni espressione attiva del classismo e della difesa degli interessi dei lavoratori, la Rete Operaia Valseriana (Bg), impegnata fin dal suo nascere nella lotta per l'emancipazione degli operai, esprime la sua solidarietà militante alla compagna.
Cogliamo l'occasione per ribadire la nostra ferma contrarietà a qualunque atteggiamento verticistico, burocratico, censorio, intimidatorio verso i propri militanti da parte di qualsiasi organismo, sindacale o politico, che si richiami al proletariato ed alla lotta di classe.
La risalita della classe operaia, la sua unità d'intenti contro lo sfruttamento e il capitalismo, passano necessariamente verso il superamento e l'isolamento di logiche spartitorie e parlamentaristiche che nulla hanno a che vedere con la democrazia operaia.
Rete Operaia Valseriana
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SOLIDARIETA' DAL COORDINAMENTO SCUOLA MANTOVA
Ciao compagni, ho già sottoscritto l'appello, ma voglio ancora apporre la mia firma perché la compagna e amica Fabiana ritorni a dare il suo prezioso contributo alle lotte. E' una militante che stimo molto e per questo la sosterrò fino alla fine, personalmente e anche a nome del Coordinamento Scuola Mantova.
Hasta siempre
Ilenia Argento
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17 NOVEMBRE 2011 SCIOPERO GENERALE
Indetto da CUB, COBAS, COMITATO IMMIGRATI E STUDENTI
BASTA SACRIFICI! UNIAMO LE LOTTE DEI LAVORATORI ADERIAMO ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 17 NOVEMBRE 2011
Il governo Berlusconi ha deciso di varare, come ultimo atto prima delle dimissioni del premier, la famigerata legge di stabilità (o Finanziaria), in ossequio ai diktat dell'Unione Europea, della Banca Centrale e del Fondo Monetario Internazionale. Si tratta dell'ennesima manovra lacrime e sangue, che smantellerà definitivamente quel poco che resta dei servizi pubblici, dello stato sociale, dei diritti dei lavoratori. Le dimissioni di Berlusconi non configurano un cambio di rotta: sia che si vada a nuove elezioni, sia che si inauguri un “governo tecnico”, le intenzioni di Confindustria e dei padroni sono chiare: tutti i partiti del centrodestra e del centrosinistra intendono rispettare i dettami dell'UE, a partire dal pagamento del debito. Per questo, si annunciano per i lavoratori e per i giovani studenti misure ancora più drastiche: lo scenario della Grecia è sempre più vicino.
Ma, mentre in Grecia i lavoratori hanno già proclamato decine di scioperi generali unitari e prolungati (con assedi reali, e non meramente mediatici, dei palazzi del Potere da parte dei lavoratori in lotta), in Italia la mobilitazione stenta a crescere. Da un lato le burocrazie di Cgil, Cisl e Uil stringono accordi con la Marcegaglia e con il governo, dall'altro lato il sindacalismo di base si rivela incapace di rappresentare una valida alternativa: il settarismo dei gruppi dirigenti ha fino ad oggi impedito di colmare il vuoto sindacale a sinistra della Cgil. Lo sciopero generale del sindacalismo di base del 17 novembre, indetto da Cub, Cobas e Comitato Immigrati in Italia, può diventare l'occasione per indire un nuovo grande sciopero unitario del sindacalismo conflittuale. Per questo, riteniamo grave la decisione dell'Esecutivo nazionale di Usb di non aderire allo sciopero e di convocare un proprio “sciopero generale” separato il 2 dicembre. Si tratta di una scelta autoreferenziale, che dimostra una volta di più che i vertici di Usb antepongono la difesa del proprio orticello alla necessità di costruire una reale risposta unitaria della classe lavoratrice in risposta a questo attacco senza precedenti imposto dal governo, da Confindustria e dall'Europa dei banchieri . In questo momento economico e sociale, è necessario unire le lotte, non dividere i lavoratori, proclamando due scioperi generali in date diverse: i lavoratori non scioperano per fare un piacere ai sindacati, ma per strappare risultati e respingere gli attacchi del governo e dei padroni!
Unire le lotte – Area Classista Usb fa appello sia all'Esecutivo nazionale di Usb sia a tutte le strutture territoriali di Usb e degli altri sindacati (a partire dalla Fiom) ad aderire allo sciopero del 17 novembre, per trasformare questa giornata in un grande sciopero generale in grado di rispedire al mittente la manovra finanziaria.
No al pagamento del debito! No ai diktat dell'Unione Europea, della Bce e dell'Fmi!
No alla messa in discussione dei contratti collettivi, del diritto di sciopero, dell'articolo 18 !
Ritiro dei tagli, già effettuati negli anni scorsi (anche dal centrosinistra), alla Scuola, alla Sanità, alla Cultura!
Assunzione a tempo indeterminato per tutti i lavoratori precari!
Scala mobile dei salari e delle ore lavorative: lavorare meno, lavorare tutti e a salari dignitosi!
No ai limiti imposti alle pensioni di anzianità: 35 anni di lavoro e 60 anni di età sono più che sufficienti per consentire un ricambio generazionale nei posti di lavoro!
Parità di condizioni salariali e lavorative per lavoratori immigrati e nativi!
Esproprio sotto controllo dei lavoratori delle banche e delle industrie che licenziano, che mettono i lavoratori in cassa integrazione, che minacciano di trasferire la produzione all'estero!
Solidarietà alle rivoluzioni in Nord Africa e Medio Oriente! Solidarietà agli indignados , alle lotte in Grecia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Cile!
Unire le lotte – Area Classista Usb
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