Saluto del Conlutas all'USB.
Ai compagni e alle compagne della USB
Siamo molto contenti di ricevere notizie sulla riunione che realizzerete il prossimo 23 maggio, nella quale si unificheranno diversi settori combattivi del sindacalismo del vostro paese, e riponiamo in essa molte aspettative. Ancora una volta, vediamo che la vecchia burocrazia degli apparati sindacali maggioritari in tutto il mondo accetta la logica imposta dai padroni e dai governi di consegnare migliaia di miliardi di denaro pubblico alle banche e alle multinazionali, mentre la nostra classe è costretta a pagare il conto con pacchetti di misure con cui si attaccano i salari, i diritti sociali, le pensioni, i posti di lavoro, ecc., co-me in Grecia o in Spagna. Ma, al contempo, vediamo che lotte e resistenze appaiono in difesa di nostre conquiste storiche. I la-voratori greci, nostri fratelli, sono l’orgoglio di tutti i lavoratori del mondo con i loro scioperi generali e le azioni radicali con cui affrontano gli attacchi che stanno subendo. Nel nostro paese, il Brasile, non è diverso. Il governo Lula ha appena annunciato tagli al bilancio e attacchi contro lo sciopero di vari settori dei lavoratori pubblici. Sono lotte in difesa del servizio pub-blico e contro il progetto del governo di congelare i salari degli impiegati pubblici nei prossimi dieci anni. La nostra organizzazione, quantunque minoritaria nel movimento sindacale, sta svolgendo in questa lotta nel nostro paese un ruolo decisivo nell’organizzazione dello sciopero e nello scontro con il go-verno, in difesa dei lavoratori. È in questo senso che vediamo l’importanza strategica della riunione che terrete in questo prossimo fine settimana nel vostro paese, in cui avanzerete nell’unificazione di diversi settori sindacali per la costruzione di un polo di Fronte Unico Operaio, alternativo alla vecchia burocrazia sindacale ed alla sua politica di conciliazione e negoziazione col capitale. Più che mai è necessario riscattare i principi del movimento operaio per poter disputare, nella lotta e nella resistenza concreta, la direzione nella nostra classe che si pone in marcia. Abbiamo letto il testo di convocazione del vostro incontro e vogliamo dirvi che anche qui in Brasile stiamo progredendo nella costruzione di un’alternativa sindacale e popolare fondata su principi e con-cezioni simili a quelli che abbiamo incontrato nella convocazione della vostra riunione, con i quali siamo molto d’accordo. Abbiamo iniziato la costruzione di Conlutas nel 2004, con il fallimento della Cut, prodotto della capi-tolazione totale del Pt e del governo Lula al progetto neoliberale e agli interessi del capitale. Abbiamo oggi un’organizzazione minoritaria ma che raccoglie circa 400 organizzazioni fra sindacati, opposi-zioni sindacali, movimenti popolari, di lotta contro l’oppressione e giovanili. Rappresentiamo circa 2.000.000 di lavoratori. E stiamo anche facendo passi avanti in un processo di unificazione con altri settori dei movimenti sindacale e sociale del nostro paese. Terremo il Congresso di Conlutas e quello di Unificazione con questi altri settori nei giorni dal 3 al 6 giugno prossimi. Le nostre discussioni si basano sui seguenti principi e concezioni:
l’indipendenza di classe, con riferimento a un sindacalismo in cui l’antagonismo fra capitale e lavoro sia parte della concezione quotidiana contro la conciliazione e la negoziazione che ci portano solo alla sconfitta;
l’indipendenza di fronte ai governi e ai padroni e l’autonomia rispetto ai partiti della nostra classe, costruendo organizzazioni che facciano riferimento all’insieme della classe e non abbiano nessun tipo di subordinazione politica o vincolo materiale con governi, padroni e partiti; in cui la militan-za delle organizzazioni della sinistra sia la benvenuta, ma in cui le decisioni siano prese a partire dagli organismi di fronte unico nei quali la nostra classe possa esprimersi;
la democrazia operaia, grazie alla quale rifiutiamo categoricamente la struttura di potere con-centrata nelle mani di pochi; grazie alla quale i lavoratori possano dibattere, discutere, esporre diver-genze e decidere democraticamente; grazie alla quale non esistano burocrati che prendano decisioni sulla testa della base;
il riscatto della difesa dell’unità della nostra classe per lottare. Difendiamo e vogliamo l’unità per lottare e per difendere la nostra classe, i nostri diritti e le conquiste. Esigiamo che i vecchi apparati si scontrino coi padroni e i governi per dialogare e cercare la direzione dell’insieme della nostra clas-se. Denunciamo le vuote parole sull’unità pronunciate soltanto per immobilizzare la nostra classe in negoziazioni o proposte di unità nazionale. Cerchiamo di ricostruire l’unità della nostra classe orga-nizzando settori informali, lavoratori terziarizzati, la lotta per la casa, quella in difesa dell’ambiente, contro le oppressioni, la lotta dei giovani, la questione culturale, il diritto dei popoli indigeni e tante altre forme di espressione di lotta che quotidianamente sorgono in seno alla nostra classe e fra gli op-pressi;
l’internazionalismo, che consideri la lotta per l’emancipazione dell’uomo come una lotta co-mune fra tutti gli sfruttati e gli oppressi, combattendo qualsiasi tipo di sciovinismo nazionalista, base dell’ideologia fascista. Solidarietà fra i lavoratori e i popoli di tutto il mondo contro coloro che ci op-primono e ci sfruttano. Evidenziando che la crisi ambientale che minaccia l’umanità può essere af-frontata solo cambiando la logica di produzione delle merci;
la concezione egualitaria, in cui non vi sia alcuna forma di discriminazione od oppressione. Difendiamo tutti i popoli e lottiamo fianco a fianco con i settori degli immigrati per l’uguaglianza dei diritti e contro qualsiasi tipo di oppressione. Allo stesso modo, lottiamo contro qualsiasi oppressione di genere o di razza, cercando di riscattare anche in questa lotta l’unità della nostra classe. Lottiamo contro l’oppressione delle donne, dei neri, degli indio e contro qualsiasi altra sopraffazione, sia nel quadro generale della società borghese che nei loro riflessi all’interno dei nostri movimenti od orga-nizzazioni;
la concezione per cui la nostra lotta quotidiana nei sindacati, o qualsiasi espressione della lotta contro l’oppressione e lo sfruttamento, potrà essere vittoriosa solo se puntiamo sulla necessità di pro-fonde trasformazioni sociali in cui non esistano più sfruttati o sfruttatori. Legando le nostre lotte quo-tidiane alla nostra strategia per una società socialista.
Realizzeremo il 3 e 4 giugno il Congresso di Conlutas e, nei successivi giorni 5 e 6, il Conclat, Con-gresso Nazionale della Classe Lavoratrice, in cui avanzeremo nell’unificazione della nostra organizza-zione con Intersindical, il Movimento dei Lavoratori Senza Tetto (Mtst), la Pastorale Operaia, il Mo-vimento Terra e Libertà (Mtl) e il Movimento Avanzato Sindacale (Mas).
La previsione è che il Congresso si svolgerà con circa tremila delegati, in rappresentanza di quasi 3.000.000 di lavoratori, in cui tutti i delegati, senza nessuna eccezione, sono stati eletti in assemblee di base che hanno riunito circa 20.000 lavoratori e lavoratrici nel paese durante il processo di prepara-zione del congresso.
Il successivo 7 giugno terremo una riunione con le delegazioni internazionali presenti nei nostri con-gressi. Per noi sarebbe molto importante la presenza di una delegazione che potesse esprimere la vo-stra esperienza, così come conoscere più da vicino il processo di riorganizzazione del movimento sin-dacale e popolare brasiliano.
Ogni appoggio alle organizzazioni classiste, antiburocratiche, antimperialiste e internazionaliste!
Viva la lotta dei lavoratori in tutto il mondo!
Segreteria Nazionale Esecutiva di Conlutas
San Paolo, 19 maggio 2010.
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