Dopo lo sciopero generale del 6 maggio

RILANCIARE LA MOBILITAZIONE

CONTRO GOVERNO, CONFINDUSTRIA E BUROCRAZIE SINDACALI

Nonostante i continui tradimenti e la sua politica concertativa, lo sciopero del 6 maggio scorso ha dimostrato che la Cgil ha ancora una buona capacità di mobilitazione. Napoli, Torino, Firenze, Roma e oltre 100 piazze italiane hanno risposto con partecipati cortei. Tante fabbriche vuote in tutto il Veneto, cuore del famoso miracolo del “Nordest”; nella piccola e “democristiana” Vicenza un corteo di 5 mila manifestanti, 10 mila soltanto a Padova dove alcune scuole hanno completamente chiuso i battenti (alto il dato del vicentino e del padovano). A Padova si sono visti scendere in piazza per la prima volta i lavoratori dell'Ikea e a Venezia quelli di Coin. In Emilia grandi cortei in tutte le città (10 mila solo a Modena - in gran parte operai - e almeno 30 mila a Bologna). In centinaia di città d'Italia gli studenti sono scesi in piazza a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il 6 maggio scorso in piazza non c'erano solo i pensionati e i burocrati sindacali con i loro amici candidati del Partito Democratico e di Sinistra e Libertà. In piazza c'erano gli operai in cassa integrazione, mobilità o licenziati, i precari, gli operatori della sanità, gli studenti e gli insegnanti della scuola pubblica che sta affondando a causa dei tagli e delle privatizzazioni; c'era una significativa fetta di quella massa popolare che avrebbe la forza per rovesciare qualsiasi governo di Marchionne e Confindustria.
Purtroppo questa classe sarà tradita ancora una volta, come nel passato, dai burocrati sindacali dai quali è stata chiamata alla lotta (Susanna Camusso in testa). Un tradimento che emerge chiaramente dalla ridicola piattaforma su cui si basava lo sciopero (basta solo pensare alla richiesta del federalismo!); dal continuo tentativo di ricucire con Cisl e Uil; dalle modalità stesse in cui si chiamano i lavoratori agli scioperi (manifestazioni separate nelle varie provincie che si traducono in innocue passeggiate); dai molteplici casi di firma della Cgil ad accordi che prevedono contratti di solidarietà, mobilità, cassa integrazione; dal sostegno a contratti basati su quella “meritocrazia” che è tanto cara al ministro Brunetta e che serve solo per dividere i lavoratori.
Per denunciare tutto questo, il sindacalismo di base avrebbe dovuto essere in piazza il 6 maggio insieme a quei milioni di lavoratori. Non certo per accodarsi alla Cgil, ma per stare al fianco dei lavoratori in lotta smascherando al contempo il tradimento e l'ipocrisia della dirigenza Cgil che è complice dello strapotere di Confindustria e dei governi (sia di centrodestra sia di centrosinistra) che si sono succeduti negli ultimi anni e che hanno messo in atto feroci politiche contro i lavoratori nativi immigrati. Gli esempi sono molti: per la precarietà, ricordiamo il pacchetto Treu (centrosinistra) e la legge Biagi (centrodestra); contro gli immigrati, la legge “Turco-Napolitano” (centrosinistra) e la “Bossi-Fini” (centrodestra); contro la scuola, i provvedimenti a firma Berlinguer, De Mauro e Fioroni (centrosinistra) e quelli a firma Moratti e Gelmini (centrodestra). E' necessario che i sindacati di base scendano in piazza a fianco dei lavoratori attaccando la burocrazia della Cgil che usa strumentalmente le lotte per tentare di sedersi nuovamente al tavolo della concertazione insieme a padronato, Cisl e Uil, o per favorire altri governi amici e i propri candidati di centrosinistra.
Lo sciopero del 6 maggio è stata un'occasione che la dirigenza di Usb non ha saputo cogliere. E' necessario, invece, non lasciare da solo chi ha voglia di lottare, è necessario che il sindacalismo di base non dia indicazione ai propri iscritti di andare a lavorare con i crumiri durante scioperi che possono diventare conflittuali: l'indicazione dovrebbe essere quella di scendere in piazza contro governo e padronato, contro la burocrazia dei sindacati confederali, per arrivare alla vera unità dei lavoratori, per respingere la frammentazione degli scioperi o la loro strumentalizzazione. Questo il senso e l'importanza della battaglia che stiamo facendo come Unire le lotte - Area Classista Usb. Una battaglia che vede nella ricomposizione e nell'unità di tutto il sindacalismo di base la priorità su cui costruire l'alternativa ai sindacati concertativi e ai loro tradimenti .

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