Veneto:
Un congresso farsa con nomi già decisi…
e non dalla base!
Al congresso regionale di Confederazione Usb, tenutosi a Padova il 16 aprile, abbiamo avuto la conferma che le decisioni su chi dovrà rappresentare i lavoratori al coordinamento regionale Usb Veneto erano già state decise non dalla base, come avviene in ogni organismo democratico che si rispetti, ma da un ristretto gruppo di dirigenti autoconvocatisi nei giorni scorsi e che ha scelto, a sua esclusiva discrezione, i nominativi dei candidati da proporre al congresso regionale Usb.
Si sono comportati come i dinosauri in via di estinzione che, prima della disfatta totale, si spartiscono gli ultimi bocconi di cibo e, subito dopo, si sbranano tra di loro prima di sparire del tutto. E’ stato lo stesso Antonini, dirigente nazionale Usb e titolare del “feudo” Usb di Venezia ad autodefinirsi “dinosauro” e questa è una prima vittoria di chi come noi contesta questa classe dirigente vecchia, attaccata alle poltrone e preoccupata solo di non perdere i propri privilegi e sempre più lontana dalle reali esigenze della base.
Sabato, al tavolo di presidenza, erano presenti Massimo Betti e Pierpaolo Leonardi di Usb Nazionale (entrambi in distacco sindacale da decenni), Germano Claudio Raniero (anche lui in distacco sindacale da decenni e prossimo alla pensione dal 1^ luglio p.v.), Giampietro Antonini (in pensione), Boetto (anche lui in distacco sindacale da tempo, dirigente ex Adl, organizzazione che non ha ancora versato un euro alle casse di Usb ex RdB).
Ebbene, questa presidenza ha scelto, al posto dei lavoratori iscritti, chi costituirà il coordinamento regionale della confederazione Usb Veneto. Hanno deciso che dovevano essere 27 delegati in tutto, senza considerare il numero degli iscritti o chi, nei fatti, fa sindacato sul posto di lavoro e sul territorio. La loro scelta è stata fatta in base al “merito” (testuali parole), quello stesso “merito”, quindi, tanto caro al ministro Brunetta che premia chi è più asservito.
All’interno della sala dove si svolgeva il congresso era distribuito il documento dal titolo: “Usb Veneto 16 aprile 2011: 1° Congresso Regionale” (mescolato a numerosi documenti sui “Beni comuni” a firma “Ya Basta” e “Global Project”), nel quale c’è scritto, fra altre cose: “Il coordinamento dovrà essere convocato periodicamente con modalità consentite dalle risorse a nostra disposizione”.
Certo, infatti, questo organismo non potrà riunirsi più di tanto: i permessi sindacali scarseggiano e forse anche i soldi nelle varie federazioni stanno diminuendo…
Pertanto, a questo punto, la probabile soluzione è presto detta: chi deciderà sarà l’esecutivo regionale, che è stato eletto sabato dal coordinamento regionale, e che è costituito per la maggior parte da delegati in distacco sindacale.
C’è stata, però, una dimostrazione di dignità e di bisogno di trasparenza da parte di diversi delegati presenti al congresso che hanno chiesto democrazia e chiarezza. La presidenza non ha mai risposto a riguardo e nemmeno sulla censura dell’attivo del Pubblico Impiego del 14 gennaio scorso a Mestre. Addirittura, un delegato, prescelto “dall’alto” a rappresentare Verona per la categoria dei Vigili del Fuoco, non ha accettato la propria candidatura, dimostrando serietà e correttezza, motivandola proprio con la mancanza di chiarezza. Un altro delegato “prescelto” si è astenuto. Nominano un coordinamento scelto da loro, alcuni membri non erano neanche presenti in sala, altri che erano presenti, rappresentavano solo se stessi in termini di iscritti e si sono pure votati; Antonini di Venezia ha avuto il voto della figlia titolare del Caf di Venezia ma non di tutti i suoi delegati! Il coordinamento regionale veneto parte, quindi, già monco di un componente: l’unico rappresentante in Veneto dei Vigili del fuoco.
La maggioranza dei delegati degli enti locali presenti in sala ha dichiarato voto contrario ai tre delegati prescelti e individuati in Lorenza Rizzo del Comune di Rovigo (chi l’ha mai vista/sentita/letta?), il solito Stefano Pieretti di Padova (ex Adl) e Gianluca Cappellozza di Vicenza, che non si è nemmeno candidato alle ultime elezioni Rsu per la Provincia di Vicenza e che è stato scelto a dispetto dei delegati degli enti locali di Vicenza (che non sono stati consultati e che da lui non si sentono rappresentati).
I contenuti del congresso
Pochi per la verità. L’assemblea, dopo la superficiale presentazione del tavolo di presidenza, è rimasta muta. Un silenzio imbarazzato e imbarazzante.
I due dirigenti, peraltro, non hanno risposto alle questioni poste dai nostri interventi che, fra l’altro, hanno toccato argomenti come il problema della frammentazione degli scioperi e la mancanza di democrazia sindacale all’interno di Usb. Secondo Leonardi il congresso di sabato non era un “congresso politico”. Inutile discutere quindi! Massimo Betti si è limitato a criticare la Cgil che ha tradito Usb con la firma dell’accordo sulle Rsu e la riforma dei comparti nel pubblico impiego. Ha omesso di dire, però, che con la riforma dei comparti, Usb perderà quasi tutte le agibilità sindacali, i distacchi, i permessi, i pochi diritti esistenti attualmente nei soli Ministeri e agenzie Fiscali e parastato. Pochi sanno che Usb perderà la cosiddetta “maggiore rappresentatività”, ovverosia il famoso 5% nella media dei voti alle Rsu e del numero di tessere, in almeno due comparti, che attualmente permette a una quarantina di persone di rimanere in distacco sindacale, oltre alla possibilità di usufruire, per i delegati, dei pochi permessi sindacali ora esistenti.
Ha omesso di dire, anche, che tra un anno più di qualcuno dovrà perdere i propri privilegi e dovrà iniziare a fare un sindacato di generosa e disinteressata militanza. Così fanno da sempre i delegati presenti negli enti locali, nella scuola, nella sanità, nelle case di riposo, ecc., strappando al proprio tempo libero l’attività sindacale.
I dirigenti sindacali di Usb si sono già asserragliati sulle difensive da tempo, oramai, censurando la base che chiede unità nelle lotte e che lancia il messaggio di smetterla con la logica degli scioperi corporativi e settari . Da gennaio di quest’anno sono stati proclamati uno o più scioperi al mese, da parte delle direzioni sindacali di sindacati diversi, che evidentemente non sono interessate ad unire le lotte, difendendo solo il proprio ruolo. Un ruolo che permette loro di sedere su “poltrone” e “seggioline” concertative attorno ad un tavolo dal quale ormai cadono sempre meno briciole.
Sarà proprio la fine di questi privilegi che dividerà i sindacalisti buoni da quelli opportunisti.
E sarà sicuramente anche da qui che Usb potrà ripartire sulla strada per un vero sindacato di lotta e di classe.
18 aprile 2011
Unire le lotte – Area Classista Usb