A proposito del Disegno di legge presentato da Usb
DI ALTRO C’E’ BISOGNO PER DIFENDERE I LAVORATORI
In merito al disegno di legge presentato da Usb, in data 2 febbraio 2011, in qualità di lavoratori e militanti del Sindacato teniamo a precisare alcuni fondamentali aspetti.
La crisi economica ed occupazionale, nella quale sta sprofondando l’Italia, insieme agli altri Paesi, non rappresenta nessun incidente di percorso bensì la naturale ed inevitabile conseguenza di un sistema di società verso cui ci dichiariamo, apertamente, antagonisti. Non siamo stati noi lavoratori a provocare questa crisi. Pertanto non solo non vogliamo essere noi a pagarla ma ci rifiutiamo, ovviamente, anche di fornire sterili proposte per una sua fantomatica soluzione. Con stupore apprendiamo che Usb arriva a presentare una proposta di Legge il cui titolo è già di per sé inequivocabile, “Disegno di legge a sostegno dei redditi da lavoro dipendente e dei consumi”. Il punto che più qualifica la proposta è proprio nel rilancio dell’economia. Si legge infatti: Attivare un “circolo virtuoso” per la ripresa dei consumi. Preferiamo a questo punto, con un po’di dovuta umiltà, scomodare per la risposta il vecchio Marx: “Intensificando al massimo la produzione per l'ottenimento del massimo profitto, si favorisce l'insorgere di crisi di sovrapproduzione. Per uscirne la società capitalistica deve distruggere parte della produzione e delle forze produttive, distruggere ricchezza e provocare miseria per produrre nuova ricchezza”. Sappiamo benissimo, e sulla nostra pelle, come lavoratori italiani, di essere i meno pagati d’Europa (dopo di noi vengono solo greci e i portoghesi!). Ma soprattutto sappiamo che questa è solamente una delle tante, nefaste, conseguenze di decenni di concertazione sindacale nel Paese, di pace sociale imposta dall’alto, per opera delle principali centrali sindacali. Ed è proprio per questo che restiamo nella più totale convinzione, pur consapevoli delle enormi difficoltà della fase, che per riappropriarci di quanto è stato a noi rubato, e per strappare nuove conquiste, non ci rimane altro che la lotta di classe. Non possiamo prestare il fianco a chi strumentalizza (e non ci riferiamo ad Usb, beninteso) la questione salariale italiana per far passare il generico concetto che è tutta colpa delle tasse. Questo sarebbe un grave errore. Soprattutto perché questo concetto, pur essendo parzialmente fondato (alla faccia della tanto sbandierata progressività delle imposte), viene spesso usato da chi trae vantaggio dalle privatizzazioni dei servizi sociali. Oltre che dai soliti benpensanti che recitano, da sempre, la stessa poesia: “il cittadino sa spendere per i servizi meglio dello Stato”. Non riusciamo inoltre a comprendere la volontà di Usb di “far partecipare direttamente ogni cittadino al contrasto all’evasione fiscale”. Il sindacato non deve certo diventare una succursale dell’Agenzia delle Entrate. Ultimo punto riguarda la tassazione dei redditi da capitale. Questo provvedimento potrebbe anche passare per volontà istituzionale perché, come l’esperienza insegna, la borghesia, quando si tratta di aiutare il sistema, è disposta sempre a fare dei piccoli sacrifici. Usb deve essere un sindacato classista e, quindi, che organizza la lotta: non dobbiamo diventare un surrogato di partito riformista che propone leggi per tentare di attenuare i danni del capitalismo.
Il Coordinamento Nazionale di Unire le lotte – Area Classista Usb